da "Il Manifesto"

06 Febbraio 2001

RAZZISMO

Le molte violenze dei naziskin

Il naziskin ricoverato nella clinica Villa Igea, piantonato dagli agenti, dichiara di "non ricordare nulla" della caccia all'immigrato, domenica, alla stazione di servizio di Laimburg ovest, tra Trento e Bolzano. Questo comunque è solo l'ultimo episodio di una lunga serie di violenze in queste zone. Nell'agosto del 2000, durante la "Altsdtfest", a Bressanone, otto naziskin tentano di aggredire un ambulante immigrato, soccorso da alcuni agenti in borghese che identificano le "teste rasate". Una settimana prima (ma il protagonista racconterà il fatto dopo aver saputo dell'episodio della festa) un immigrato viene picchiato e preso a sputi in faccia da alcuni neonazisti nella discoteca Max, sempre a Bressanone. Il 15 gennaio è la volta di una mega-rissa tra skinhead veneti e altoatesini: motivo del contendere la presenza troppo massiccia, a detta degli skin sudtirolesi, dei loro camerati italiani, accorsi ad ascoltare il concerto di tre gruppi musicali allo "Sporwirt" di Varna. Volano pugni e non è finita, perché poco dopo accade lo stesso al "Time out" di Bressanone, dove gli skin italiani sono andati a farsi una birra. Cinque giorni dopo, siamo sempre a Varna, il falegname Ivan Kostner esce da una festa del Liceo psicopedagogico di Bressanone e viene pestato da tre naziskin che si dileguano nella notte. Ora, dopo l'episodio di domenica, il questore di Bolzano Umberto Negro, che con il pm Donatella Marchesini ieri ha riferito i dettagli dell'aggressione all'area di servizio, ha auspicato lo "scioglimento di tutte le organizzazioni di skinheads: non avendo nulla di culturale - ha detto - non possono giustificare i loro raduni come culturali".(paola bonatelli)