da "Il Manifesto"

02 Febbraio 2001

Le marce di Verona

Corteo contro corteo Il 10 febbraio Forza nuova apre la sua campagna elettorale con un raduno anti-immigrati. Sinistra e centri sociali vanno in piazza. Nello stesso quartiere

PAOLA BONATELLI - VERONA

Mancano solo dieci giorni e Verona sarà di nuovo nell'occhio del ciclone. Nessuna partita allo stadio con giocatori di colore, né trasmissioni televisive che scandalizzano per "l'immagine razzista" data alla città. Stavolta un bel raduno nazionale di Forza nuova, titolo "Con Haider in Forza nuova Basta immigrazione Fermiamo l'invasione", toglierà ogni dubbio, anche ai più moderati tra i benpensanti (almeno si spera). In sostanza, è la prima grande uscita pubblica del movimento neofascista, il vero e proprio inizio della loro prima campagna elettorale. Verona non è certamente stata scelta a caso come sede di un raduno del genere, e non è stato scelto a caso neppure il luogo, quella piazza S. Toscana nel quartiere di Veronetta, dove vivono e lavorano moltissimi immigrati e da cui partì la manifestazione antirazzista del 25 novembre scorso. In piazza dunque, sabato pomeriggio 10 febbraio, ci saranno Roberto Fiore e Massimo Morsello, i due pezzi da novanta di Forza nuova, l'uno e l'altro condannati da un tribunale italiano e tornati in patria dopo quasi 20 anni di latitanza, durante i quali si sono ingegnati a costruire un impero economico con cui finanziare le loro nere imprese. Non è un caso, la scelta di Verona, e non solo perché è notoriamente una città di destra (sono di centro-destra la giunta del Comune e quella della Provincia), molto cattolica, ricca e benpensante, ma soprattutto perché a Verona Forza nuova e in genere le formazioni di estrema destra sono più che tollerate, ospitate e talvolta finanziate anche da organismi e personaggi pubblici. Qualche esempio? Il patrocinio concesso più volte da due assessori del Comune (Mariotti e Bajona di An) a vari concerti di formazioni rock neonaziste, per cui i gruppi consiliari di minoranza in Comune hanno chiesto il ritiro delle deleghe ai due assessori. O l'ospitalità data da un presidente di circoscrizione allo stesso Roberto Fiore, che presentava il suo libro su Terza posizione. Oppure sempre Fiore nella sala stampa del Comune prenotata da Flavio Tosi della Lega per annunciare il passaggio a Forza nuova di due rautiani veronesi, l'avvocato Bussinello, difensore di molti esponenti di estrema destra e quel Lomastro accusato di aver impiccato il manichino nero allo stadio Bentegodi. Cosa farà, come reagirà la società civile cittadina a questo nuovo sfregio? Resterà indifferente oppure si indignerà e protesterà come ha fatto per Sciuscià di Santoro? A Verona e dintorni fervono le discussioni e i preparativi. Di fronte alla prevedibile inerzia del centro-sinistra e dei sindacati, che stanno ancora vagliando luoghi, tempi e modi per esprimere il proprio dissenso, ma hanno già detto che il luogo sarà comunque lontano da quello del raduno di Forza nuova, si muovono invece con l'urgenza di riuscire a dare una risposta unitaria e forte le associazioni antirazziste e Rifondazione comunista, con l'appoggio e la partecipazione dei centri sociali, che stanno chiamando a raccolta gli antifascisti e gli antirazzisti da tutta Italia. Due sono le iniziative già messe in campo. La prima, un'assemblea-conferenza sulle nuove destre la mattina del 10 febbraio, probabilmente all'Università, cui parteciperanno Guido Caldiron, Gianfranco Bettin e altri studiosi del problema-destra. La seconda, una grande manifestazione di piazza da tenersi il pomeriggio, che si auspica il più possibile unitaria. I luoghi richiesti per il concentramento, che sarà alle ore 15, sono tutti e due nel quartiere di Veronetta, lo spiazzo antistante la facoltà di economia e commercio oppure piazza S. Tomaso, altro luogo simbolico per gli immigrati. Il senso della giornata antifascista e antirazzista del 10 febbraio sta nel riaffermare la legittimità delle politiche e dei comportamenti che fanno riferimento non solo all'antifascismo, ma a principi di accoglienza, convivenza civile, condivisione dei diritti, rispetto e ricchezza delle diversità. Insomma, tutto ciò che renderebbe impossibili manifestazioni come quella di Forza nuova.