da "Il Manifesto"

26 Gennaio 2001

La protesta degli immigrati si diffonde

Oggi è il settimo giorno di sciopero della fame per i quasi 400 "inmigrantes" che occupano le chiese di Santa Maria del Pi e di Sant'Agustin, nel pieno centro di Barcellona. In questi giorni sono stati circa una trentina le persone ricoverate negli ospedali di una città ancora assente. La protesta contro la Ley Extranjerìa entrata in vigore martedì si è intanto estesa anche in altre zone. A Valencia una trentina di immigrati si sono barricati nella facoltà di Filologia e hanno cominciato anche loro uno sciopero della fame. L'altra sera, in un'intervista televisiva, il ministro per l'Immigrazione, Miranda, aveva avanzato l'"amichevole" proposta del governo spagnolo: regolarizzare 60mila stranieri che nella scorsa sanatoria non erano riusciti a dimostrare di trovarsi in Spagna prima del giugno '99. E' un primo riconoscimento formale del fatto che qualcosa di grosso non ha funzionato nelle procedure per la regolarizzazione. Ma è anche una proposta che, sempre la scorsa notte, su un altro canale tv, è stata smentita da un altro ministro, quello per gli Affari Sociali: "Mi sembra che le persone regolarizzati fino ad oggi siano sufficienti". In ogni caso un rappresentante del Psoe (il Partito socialista, all'opposizione) sostiene che la misura sarebbe comunque "tardiva", anche se pare stia lavorando sottobanco per trovare un accordo con il partito di Aznar per dare una risposta agli scioperanti. Una parola chiara verrà chiesta proprio sera da una delegazione degli immigrati che intende incontrare a Barcellona un delegato del governo centrale. Ieri, intanto, i rappresentanti dell'associazione "Diritti per tutti" hanno annunciato il ricorso presso la Corte di giustizia contro la legge sull'immigrazione. L'accusa è di incostituzionalità.