da "Il Manifesto"

19 Gennaio 2001

GABBIE PER IMMIGRATI

I prigionieri di via Corelli sono in sciopero della fame Squilla un telefonino da via Corelli: "Da oggi siamo in sciopero della fame, sembra di stare in un manicomio e non ce la facciamo più: non riusciamo a capire cosa ci facciamo qua dentro. I poliziotti volevano farci mangiare per forza, ma noi abbiamo rifiutato". Così una voce straniera, in perfetto italiano, ieri ha annunciato l'inizio della prima agitazione all'interno del nuovo centro di detenzione per stranieri di Milano. Circa 80 prigionieri, uomini e donne, hanno deciso il digiuno in segno di protesta. Giorgio Schultze (Partito Umanista) nel pomeriggio è riuscito a entrare nel centro di detenzione "ristrutturato". Ma non sono le condizioni strutturali all'origine della protesta degli stranieri. "Il centro di via Corelli - spiega Schultze - non è un problema logistico o sanitario, ma la sua esistenza rappresenta oggi come ieri una palese violazione dei diritti umani. Un posto come questo, bello o brutto che sia, non deve esistere: è una prigione per gente che non ha commesso alcun reato". Gli Umanisti hanno intenzione di non demordere e oggi o domani, promettono, porteranno la questione (vigilantes permettendo) agli "Stati Generali" del comune di Milano. Il tentativo è ambizioso: "Speriamo che possa servire a ricompattare quello schieramento politico che aveva portato alla chiusura del vecchio centro di detenzione". (g. sal.)