da "Il Manifesto"

18 Gennaio 2001

Una bella occasione, nell'angolo

CINZIA GUBBINI - ROMA

Via dei Gordiani è famosa solo perché è vicina a un grande parco, quello dei Gordiani. Ma dovrebbe esserlo anche per un'altra ragione: il campo rom. E' uno dei pochi insediamenti che, dopo la chiusura di Casilino 700, il più grande d'Europa, sopravvive in una zona non troppo periferica, a 4 chilometri dalla stazione Termini. Da più di dieci anni ci abitano 200 persone, 100 sono bambini. La storia di questo campo è lunga, travagliata, ma soprattutto triste. E' la storia di un'occasione mancata. I rom di via dei Gordiani vivevano infatti ben inseriti nel quartiere e proprio per questo il campo era stato scelto per sperimentare una nuova linea di "integrazione del popolo zingaro", come recitava una delle tante carte protocollate sulla loro testa. Al posto delle baracche doveva sorgere un villaggio, miniabitazioni in muratura pensate insieme ai rom con un duplice obiettivo: dare la casa a una fascia disagiata della popolazione e render più bello il quartiere. L'emergenza si univa quindi alla riqualificazione urbana: un concetto d'avanguardia. L'idea era venuta alla giunta regionale guidata da Badaloni e all'Istituto per le case popolari che possiede l'area delle baracche. Insieme alla costruzione del villaggio, che sarebbe costato 12 miliardi, il comune, la regione e lo Iacp avevano stabilito di allestire un grande parco, di ristrutturare mille alloggi popolari e di risistemare una strada ormai in pessime condizioni. A pensarci bene, era quasi ovvio: ci sono 200 persone (molte con la cittadinanza italiana) che hanno problemi abitativi, esistono fondi regionali esclusivamente per queste situazioni, c'è un quartiere che aspetta una risistemazione da anni, allora teniamo tutto insieme. In più con un'idea di coprogettazione e cogestione con gli stessi rom, elaborata quindi anche secondo i loro parametri culturali. Invece prima di riuscire ad elaborare il progetto sono passati mesi di riunioni. Nel frattempo si è costituito un coordinamento cittadino (con i rom, un gruppo di universitari, un circolo Prc, diverse associazioni e un centro sociale) che ha organizzato iniziative per ottenere lo sblocco dell'impasse. Purtroppo, però, apposte tutte le firme al progetto, era tempo di elezioni regionali. Le istituzioni decisero allora di ribloccare tutto: troppo rischioso dare le case ai rom in periodo elettorale. An, intanto, tappezzava la città con i propri manifesti: "La sinistra fa le villette ai rom". I rom, quelle "villette" (46 metri quadri), non le hanno mai viste. Ma la situazione nel campo, il rapporto tra loro e il quartiere, andava peggiorando. Adesso il comune ha deciso di dare i container anche ai rom di via dei Gordiani. Per cominciare i lavori ha ammassato le perone in un angolo del campo pieno di topi, e ci ha messo una rete intorno. I container dovevano arrivare a giugno, ma ancora non se ne vede l'ombra. Per questo il coordinamento ha ripreso la mobilitazione e lanciato un appello firmato da molte personalità: Rossanda, Rame, Fo, Bregovic, Paco Taibo Ignacio II, Moni Ovadia, Revelli, Paolo Rossi...Per sottoscriverlo: pignoni@mat.uniroma1.it