da "Il Manifesto"

14 Dicembre 2000

Un naufragio clandestino

163 emigranti mediorientali dispersi nella traversata verso l'Australia

MARINA FORTI

La traversata dura di solito due o tre giorni, ma due navi partite dalla costa indonesiana di Java la settimana scorsa non sono mai arrivate alle isole Ashmore, in Australia. Sono probabilmente affondate, ha detto ieri il ministro australiano dell'immigrazione Philip Ruddock, che ha citato "notizie credibili". Con loro si teme che siano periti tutti i passeggeri: 87 persone in una nave, 80 nell'altra. Le autorità australiane stanno verificando la notizia secondo cui quattro naufraghi sarebbero stati salvati da una petroliera giapponese che incrociava in quelle acque. Anche così, il totale sarebbe di 163 dispersi. Il luogo del naufragio è probabilmente un tratto di acque internazionali a sud delle isole di Nusa Tenggara (Indonesia) e le isolette coralline di Ashmore, al largo della costa nord-occidentale dell'Australia. Quella zona è stata traversata nei giorni scorsi dal ciclone tropicale Sam - le condizioni meterologiche erano "atroci", ha riconosciuto il ministro. Le autorità d'immigrazione australiane hanno mobilitato i guardacoste, la marina militare e la polizia per investigare l'accaduto, e soccorrere i superstiti se ve ne fossero. La marina militare per la verità ha fatto sapere che non può organizzare una ricerca fuori dalle acque territoriali australiane. Ricerca comunque non facile, ha aggiunto il ministro Ruddock: "Stiamo parlando di persone la cui intenzione era arrivare senza farsi notare, clandestinamente, su imbarcazioni che non hanno quegli strumenti di navigazione e equipaggiamenti di identificazione che ora aiuterebbero un'operazione di ricerca e salvataggio". Già: non stiamo parlando di traghetti di linea. Le imbarcazioni scomparse lo scorso fine settimana sono tra quelle che battono una delle rotte dell'immigrazione illegale oggi nel mondo - l'Australia sta all'Asia come le coste europee stanno al Mediterraneo. L'Indonesia è per lo più un punto di passaggio, vista la posizione geografica (l'estremo est dell'arcipelago è separato dall'Australia solo dal piccolo mare di Timor). In generale una delle maggiori fonti di provenienza della nuova immigrazione verso l'Australia è l'Asia, Cina in primo luogo ma anche l'Asia meridionale e occidentale. Non sappiamo le nazionalità dei passeggeri affondati in questi giorni ma il ministro Ruddock ha ricordato che gran parte degli immigranti che affrontano quella traversata vengono dal Medio oriente: "Di recente abbiamo visto persone provenienti da Afghanistan, Iran, Iraq, Siria, anche piccoli numeri di Palestinesi". Il ministro ha fatto notare che secondo informazioni in possesso del governo australiano altre persone sono ora a Java, la principale isola indonesiana, in attesa di imbarcarsi. Secondo stime del governo australiano un terzo delle persone che cominciano la traversata, di solito su carrette malandate, non arrivano a destinazione. Lo scorso aprile 250 persone sono perite nel naufragio di tre imbarcazioni - era un altro ciclone tropicale. L'immigrazione clandestina è diventata un problema preoccupante per l'Australia (nota per avere alcuni tra i peggiori "centri di ritenzione" per immigrati e asylanten di tutto il mondo occidentale: una rivolta dei detenuti esasperati, lo scorso settembre, era stata trattata con estrema brutalità). Lo sbarco di immigranti (ci ricorda nulla?) è diventato anche tema di negoziato con l'Indonesia, a cui Canberra ha chiesto di collaborare per fermare il transito: in effetti Jakarta ha lanciato appelli contro il traffico clandestino. Il ministro Ruddock ora sostiene che le misure di dissuasione funzionano: un migliaio di immigranti irregolari sono arrivati per nave dal 1 luglio scorso, contro oltre 4.000 durante l'anno precedente (parla dell'anno fiscale che si è concluso il 30 giugno 2000). C'è da sperare che per "dissuasione" non si intenda la probabilità di naufragare. certo, ha aggiunto il ministro, "se la gente si imbarca su navi vulnerabili in mari pericolosi, c'è un certo rischio".