IMMIGRATI
Morte in quota
da "Il Manifesto" 30 Settembre 2000

Voleva vivere in Germania. E invece muore nel carrello dell'aereo Aveva tra i venti e i ventidue anni, era pachistano, e probabilmente voleva rifarsi una vita in Germania. Ma il suo sogno si è infranto sulle temperature glaciali di un carrello aereo. Si era nascosto lì per attraversare in gran segreto, da clandestino, l'oceano e il confine. Il suo corpo è stato trovato ieri, all'interno del carrello di un aereo-cargo della Lufthansa, poco dopo l'arrivo a Francoforte. L'aereo era partito dalla Malaysia e aveva fatto scalo negli Emirati Arabi Uniti. Si presume che il ragazzo si sia "imbarcato" direttamente alla partenza dalla Malaysia, ma le indagini sono ancora in corso. Dell'accaduto ha dato notizia la Lufthansa, attraverso un comunicato. Probabilmente la morte è stata causata dal freddo (a certe altezze la temperatura può raggiungere tra i -50 e i -55 gradi centigradi), ma il ragazzo potrebbe anche essere morto per asfissia: un altro fenomeno tipico nei carrelli degli aerei, dove - quasi da subito - l'ossigeno comincia a rarefarsi, senza lasciare molte speranze di vita a coloro che non possono permettersi un posto in poltrona, ma decidono comunque di partire. Non è la prima volta che giungono notizie su morti terribili come questa. Considerando soltanto il '99, chi non ricorda Yaguine e Fodé: era il primo agosto, quando due ragazzi giovanissimi (avevano 14 e 15 anni), guineiani, morirono nel carrello di un aereo diretto a Bruxelles. In tasca portavano una lettera indirizzata ai "Potenti governanti d'Europa". Erano studenti, e volevano continuare a studiare "per essere come voi in Africa", diceva la commovente missiva che finì su tutti i giornali. Ma senza fungere da deterrente per altri tentativi. Come non servì a nulla la tragica fine di Bouna Warde, senegalese. All'inizio Warde fu considerato un miracolato, perché ancora in vita atterrò a Lione il 25 gennaio dello scorso anno, nonostante avesse viaggiato nel carrello di un aereo partito da Dakar. Voleva vivere in Francia, ma dalla Francia fu espulso: le regole di Schengen non contemplano i segni del destino. Warde morì il 7 giugno dello stesso anno nel tentativo di raggiungere per la quarta volta la Francia. Aveva 17 anni. Immigrati in presidio a Roma "Adesso basta, con gli immigrati stanno facendo davvero un brutto gioco". Kibria, presidente dell'associazione Bangladesh, parla a nome del centinaio di immigrati che da ieri sono seduti in piazza della Repubblica a Roma. Si sono seduti, e hanno iniziato un ennesimo sciopero della fame: vogliono i loro permessi di soggiorno, vogliono che la porta che il governo aprì nel '98 con la sanatoria la smetta di essere la "cruna di un ago", ma che venga riconosciuto a tutti il diritto di regolarizzarsi, dopo due lunghissimi anni di attesa. "A luglio il sottosegretario Brutti ci promise entro la fine del mese 20 mila permessi di soggiorno in tutt'Italia - continua Kibria - Siamo a ottobre: ne sono stati concessi 8 mila". Oggi, alle 10, una delegazione degli immigrati sarà ricevuta al ministero: chiedono garanzie, e poche chiacchiere.