Sotto i rifiuti
Filippine, discarica frana e sommerge bidonville. E' una strage
A. MAS.
da "Il Manifesto" del 11 luglio 2000

Gli è franata una montagna addosso, ma di spazzatura. E così la "terra promessa", come i suoi abitanti ironicamente chiamavano la bidonville costruita ai margini della discarica di Payatas, si è trasformata per loro in una putribonda tomba a cielo aperto. Sarebbero decine, più probabilmente centinaia, secondo un ufficiale filippino addirittura un migliaio, le vittime del crollo, avvenuto l'altra notte, di un lato della discarica di Payatas, alla periferia di Manila. Il bilancio ufficiale parlava, in serata, di 46 morti e diverse decine di feriti, ma i dispersi sarebbero ancora numerosissimi. E' arduo azzardare stime precise, anche perché è difficile stabilire quanta gente fosse nelle baracche al momento del crollo, come ha confermato ieri anche il sindaco di Manila, Mel Mathay (in ogni baracca vivono mediamente sei persone). I senzatetto - quasi un eufemismo per gli abitanti della "terra promessa" - sarebbero invece circa 1.500, su un totale di circa 60 mila abitanti. Il disastro è stato provocato dal passaggio del tifone Kai-Tak, che per cinque giorni di fila aveva portato pioggia e morte (39 persone avevano già perso la vita). Così, un lato della enorme montagna di spazzatura - la discarica di Payatas, alta 15 metri e grande quanto tre campi di calcio, è la più grande di tutte le Filippine e riceve circa un quarto delle quattro tonnellate e mezzo di rifiuti prodotti ogni giorno dalla capitale - ha ceduto, abbattendosi su un centinaio di baracche abitate. A rendere più drammatica la situazione, un incendio sviluppatosi tra gli ammassi di spazzatura, probabilmente causato dai cavi elettrici. Sarebbero in tutto circa tremila le persone in qualche modo coinvolte nel crollo che ha sepolto la bidonville di Lupang Pangako, "terra promessa", detta così anche perché i suoi abitanti vivevano proprio grazie a lei: raccattavano tra i rifiuti tutto ciò che potevano rivendere o in qualche modo riutilizzare. In questo modo, riuscivano a racimolare in media quattro dollari al giorno. A metà degli anni '90, il presidente Fidel Ramos (predecessore di Joseph Estrada) aveva deciso di chiudere un'altra megadiscarica, quella di Tondo. Così quella che era stata soprannominata "Smokey mountain", per via dei continui incendi, fu bonificata, spianata e trasformata in area edificabile. Payatas, invece, non fu toccata, anche se più volte si era pensato di trasferire altrove gli abitanti. Ma per molti di loro la discarica era l'unica fonte di sopravvivenza.