LE REAZIONI AL MINISTRO
Da destra a sinistra le voci (note) dei politici E dalla strada quelle non sempre univoche degli operatori: "Bisogna fare attenzione"
A. S.
da "Il Manifesto" del 06 luglio 2000

Puntuale come gli incendi estivi, e altrettanto rovente, il dibattito sulla prostituzione ripropone sostanza e toni già noti. An va all'attacco parlando di un governo che "in quattro anni è solo riuscito a produrre parole e annunci roboanti". Il vicesindaco milanese, De Corato, vuole che sia reato la prostituzione in strada e che quella al chiuso sia controllata da polizia e autorità sanitarie. Fa in parte eccezione Mussolini, pronta ad una revisione della Merlin (che ovviamente può essere rivista in assai diverse maniere, ndr) in direzione di cooperative, pagamento delle tasse da parte delle prostitute e quartieri appositi. Secondo Prestigiacomo (Forza Italia) la ministra è confusa e fa "chiacchiere da convegno", mentre non sfugge alla nostalgia e al cattivo gusto Lucio Colletti che chiede, come allora, l'obbligatorietà di visite mediche settimanali e non sarebbe contrario a quartieri a luci rosse a patto di favorire l'arrivo di "ragazze brasiliane dai 18 ai 20 anni". Da sinistra le voci di Pisapia - che sottolinea la necessità di distinguere tra sfruttamento e libera scelta - e di Marida Bolognesi che, come la Turco, dice "no" alla riapertura della case chiuse e sottolinea la necessità di ridurre il rischio sanitario e il conflitto con i cittadini. Da chi collabora con i pochi, sensati interventi di prevenzione sanitaria sul territorio, arrivano giudizi diversificati. Paolo Lamarca, che per la Lila segue il progetto di unità di strada "Priscilla", sottolinea la necessità di valutare bene la revisione della Merlin che è "una buona legge di tutela delle donne. Detto che qualunque legge non fa scomparire la prostituzione dalle strade per incanto, le urgenze sono legate alla tratta, ma più ancora all'irregolarità. Le straniere hanno grosse difficoltà a contattare il sistema sanitario, se non supportate non si avvicinano per paura di essere denunciate. Da questo punto di vista l'esercizio della professione al chiuso, in una situazione più stabile, potrebbe avere dei vantaggi". Uno svantaggio - a parte le difficoltà pratica di fondare una cooperativa per ragazze straniere - viene segnalato da Marco Voltolina che dal comune di Venezia collabora al "Free woman project". Voltolina non vuole convincere nessuno "a fare alcunchè" e non fa "moralismi", ma con un camper gira assai utilmente per le strade due sere la settimane fornendo informazione e prevenzione sanitaria in rete con i servizi e, a chi lo desidera, offre progetti di fuoriuscita (dal '96 al '99, 92 donne): "Attenzione - dice - la prostituzione al chiuso è meno visibile: ciò potrebbe incentivare prostituzione minorile, maggiore e più pesante sfruttamento...".