E adesso tutte a casa
CARLO LANIA - ROMA
da "Il Manifesto" del 06 luglio 2000

Rimettere mano alla legge Merlin. Così ieri il ministro della solidarietà sociale, Livia Turco, è tornata a parlare di prostituzione.Lei dice di non voler legalizzare il fenomeno, ma di volerlo regolamentare.

In che modo?

Diciamo subito una cosa. La prostituzione è molto cambiata dai tempi della Merlin. Oggi è fatta per l'80% da donne immigrate clandestine, e all'interno di queste c'è una componente che si chiama donne ridotte in stato di schiavitù, tra le quali ci sono molte minorenni. Per me è questa la grande priorità: combattere la prostituzione forzata e lo sfruttamento.

E come?

Intanto abbiamo due leggi molto importanti, uniche in Europa, che stanno dando dei buoni risultati. Una è contro lo sfruttamento dei minori, e l'altra è la legge sull'immigrazione: prevede un aggravamento delle pene per chi fa entrare clandestinamente in Italia donne ai fini di prostituzione, e nello stesso tempo anche il rilascio di un permesso di protezione sociale della durata di un anno per le donne che escono dalla prostituzione e accettano un percorso di reinserimento. Per ottenere il permesso di soggiorno - questo è importante - non c'è bisogno di denunciare il proprio sfruttatore. Basta manifestare la volontà di liberarsi.

Ma cosa c'entra la Merlin?

C'è un problema che resta ancora insoluto, quello della prostituzione esercitata nelle strade, che è l'unica consentita dalla legge. Qui ci sono due questioni. Questa forma di prostituzione crea tra i cittadini lo scompiglio che conosciamo. E io penso che occorra rispettare molto il bisogno di sicurezza, non sottovalutandolo come un problema di destra. L'altra questione è che le donne che si prostituiscono in strada sono le più vulnerabili. Quelle più ricche in casa esercitano già.

Da qui la necessità di intervenire sui reati di favoreggiamento e adescamento?

Esatto. Sono d'accordo con la proposta, che non è solo mia, di abolirli. Consentirebbe di esercitare la prostituzione nella propria abitazione, magari anche attraverso un mutuo aiuto tra donne. Così si toglierebbe la prostituzione dalle strade eliminando le forme di sfruttamento e schiavitù.

Ma chi dice che lavorando in casa, magari in cooperativa, le donne si libererebbero dal racket?

Intanto si presuppone che ci sia una libertà di scelta da parte delle donne. Certo, le forme di sfruttamnento possono essere sempre presenti, però nel momento in cui le donne possono cooperare tra di loro per pagare l'affitto di una casa sono sottratte ai loro capi e agli speculatori. Lei ha parlato anche di aree delle città da destinare alla prostituzione. E' la prima volta che lo fa.

Non teme di creare dei ghetti?

Infatti ne parlo in modo molto problematico. Mentre sono molto convinta della depenalizzazione, sono molto più prudente sulle varie forme di regolamentazione, soprattutto pubblica, anche se in molti paesi esiste. Non mi piace nessuna forma di legalizzazione della prostituzione, creerebbe davvero dei ghetti. Diciamo che ne ho parlato come di un'ipotesi, sulla quale però non intendo lavorare. Torniamo alle case.

Non intravede il rischio di un forte controllo dello Stato sulle prostitute?

Al contrario. E' molto più presente lo Stato che prevede i reati di adescamento e favoreggiamento.

Dobbiamo aspettarci un ddl di modifica della Merlin?

Tecnicamente sarebbe molto facile, ma in parlamento ci sono provvedimenti di varie forze che già affrontano il problema. Forse la cosa migliore sarebbe discuterli.