TREVISO
Tiro alla lepre
Assolto il sindaco. Suggerì di sparare agli stranieri
MARINA DELLA CROCE
da "Il Manifesto" del 07 giugno 2000

Consigliare di "sparare agli immigrati come ai leprotti" per far esercitare i cacciatori, non costituisce istigazione all'odio razziale. Prosciolto quindi, dopo solo dieci minuti di camera di consiglio, il sindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini, noto tanto per la frase sui leprotti che per le panchine riservate agli immigrati, il cui processo si è svolto ieri nella città che lo ha eletto per due volte primo cittadino. Il sindaco era stato rinviato a giudizio il 21 marzo dal procuratore Candiani. "Ma era solo una battuta - ha minimizzato Gentilini, che ha persino ricevuto la telefonata del patron leghista, Umberto Bossi - e Paganini non ripete". Per fortuna, a Treviso, c'è chi "non ha capito la battuta", e le reazioni alla frase del sindaco sono state sorprendentemente forti. In tutti questi mesi il vero "rinvio a giudizio sul razzismo di Gentilini" è arrivato da quei pezzi di società civile che si sta ricostruendo attorno al "Comitato M21", nato proprio il 21 marzo, giorno del rinvio a giudizio e giornata mondiale contro il razzismo. "M21" è stato il logo del grande happening contro il razzismo e l'intolleranza che si è svolto domenica 4 giugno sulle note dei 99Posse, sulle parole del Rap di fine millennio di Lello Voce e sulla recitazione di Marco Paolini, con la partecipazione di 5 mila persone, tra cui molti migranti. Sul palco Ayad, inquilino di una roulottopoli ha recitato, in italiano ed in arabo: "sono l'escluso, il diverso, hai mai provato come me a dormire per strada?". Seck, che abita in una falegnameria abbandonata ha detto: "a Treviso c'è chi ha un cuore". Un primo passo per sfatare, come dice Marco Paolini, il luogo comune secondo cui "il trevigiano brontola sempre e non si espone mai".