CRIMINALITA'
L'emergenza inesistente in cifre e dati
 

 

da "Il Manifesto" del 15 Febbraio 2000

C ampeggia sulle prime pagine dei giornali e negli allarmi dei politici ("Per un cittadino su 4 la criminalità è il primo problema" recitava un titolo del Messaggero, giorni fa: lettura singolare di dati che davano alla disoccupazione il primo posto nella classifica delle paure sociali). Ma l'emergenza criminalità e la crociata contro le "scarcerazioni facili" hanno anche un fondamento reale? Le cifre dicono di no. Il Dipartimento amministrazione penitenziaria ha diffuso ieri i dati sui beneficiari della legge Gozzini dal '91 al '98. Su un totale di 240.090 detenuti hanno approfittato delle misure alternative per evadere 1694 persone, pari allo 0,74%. Non significa che tutti abbiano poi compiuto atti criminali. Secondo le stime del direttore del Dap Giancarlo Caselli relative all'ultimo anno, su 35.717 detenuti che nel '99 hanno usufruito delle misure alternative le revoche sono state 85. Significa che solo lo 0,24% del totale ha commesso delitti di qualche tipo. La revoca tuttavia può dipendere anche solo da mancati rientri in carcere o in casa nei termini stabiliti. A commettere veri e propri reati sono dunque stati certamente meno di 85 detenuti. L'Italia non è un paese particolarmente insicuro neppure ragionando in termini generali. Al contrario, cone dimostrano i dati Censis diffusi la settimana scorsa, è uno dei più sicuri d'Europa. Con una media di 2 reati per ogni 10.000 abitanti, l'Italia risulta meno afflitta dalla delinquenza di altri 10 paesi europei, tra i quali Svezia, Danimarca, Gran Bretagna, Olanda e Francia. La graduatoria non subisce modifiche sostanziali neppure a considerare i soli furti, cioè i reati che più di ogni altro incidono sulla diffusione di paura e insicurezza. In realtà un dato inquietante nei dati del Censis c'è. Pur essendo uno dei paesi più sicuri d'Europa, l'Italia è anche uno di quelli in cui nel decennio 1987-97 si è registrato un più elevato incremento della criminalità, con un aumento del 29,9%, secondo solo a quello registrato in Germania, del 45,3%. Tuttavia neppure questo dato giustifica il clima emergenziale. A partire dal '96, infatti, l'aumento del tasso della criminalità si è arrestato e anzi va registrata una tendenza alla diminuzione. Nel '98, stando ai dati della polizia, i reati sono stati lo 0,6 in meno rispetto all'anno precedente. Sul totale, i furti rappresentano il 61%. Gli omicidi sono stati 876 su un totale di 2.425.748 delitti, in diminuzione rispetto all'anno precedente così come i tentati omicidi (1.563). Significativa perché in controtendenza rispetto alle valutazioni del governo la diminuzione degli scippi, scesi del 4,3%. Aumentano invece le rapine (da 32.896 a 37.097), a dimostrazione del'inutilità dell'equiparazione dei reati minori alle rapine previsto dal pacchetto anticriminalità. Il solo dato realmente emergenziale offerto dai dati sulla criminalità è dunque l'impennata delle violenze sessuali, cresciute addirittura del 16% tra il '97 e il '98. (a.co.)