Appunti di Giornalismo interculturale 1/2010

LA CARTA DI ROMA PER UN GIORNALISMO RESPONSABILE NEI CONFRONTI DELLE MINORANZE
a cura di Maurizio Corte - Verona, aprile 2010

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La sottoscrizione della “Carta di Roma”, da parte dell’Ordine nazionale dei giornalisti italiani e della Federazione nazionale della stampa, segna una svolta silenziosa ma importante per la qualità dell’informazione in Italia. La sua redazione è stata lunga e non facile. Gli effetti ancora non si vedono. Ma non tarderanno ad arrivare per i motivi che ora esporrò.
Intanto, ricordiamo l’invito che il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti e la Fnsi fanno ai giornalisti nella Carta di Roma, il protocollo deontologico concernente richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti. che è stato sottoscrittonel giugno 2008.L’invito è quello ad osservare la massima attenzione nel trattamento delle informazioni concernenti i richiedenti asilo, i rifugiati, le vittime della tratta ed i migranti nel territorio della Repubblica Italiana ed altrove e in particolare a:
1. Adottare termini giuridicamente appropriati sempre al fine di restituire al lettore ed all’utente la massima aderenza alla realtà dei fatti, evitando l’uso di termini impropri.
2. Evitare la diffusione di informazioni imprecise, sommarie o distorte riguardo a richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti. CNOG e FNSI richiamano l’attenzione di tutti i colleghi, e dei responsabili di redazione in particolare, sul danno che può essere arrecato da comportamenti superficiali e non corretti, che possano suscitare allarmi ingiustificati, anche attraverso improprie associazioni di notizie, alle persone oggetto di notizia e servizio; e di riflesso alla credibilità della intera categoria dei giornalisti.
3. Tutelare i richiedenti asilo, i rifugiati, le vittime della tratta ed i migranti che scelgono di parlare con i giornalisti, adottando quelle accortezze in merito all’identità ed all’immagine che non consentano l’identificazione della persona, onde evitare di esporla a ritorsioni contro la stessa e i familiari, tanto da parte di autorità del paese di origine, che di entità non statali o di organizzazioni criminali. Inoltre, va tenuto presente che chi proviene da contesti socioculturali diversi, nei quali il ruolo dei mezzi di informazione è limitato e circoscritto, può non conoscere le dinamiche mediatiche e non essere quindi in grado di valutare tutte le conseguenze dell’esposizione attraverso i media.
4. Interpellare, quando ciò sia possibile, esperti ed organizzazioni specializzate in materia, per poter fornire al pubblico l’informazione in un contesto chiaro e completo, che guardi anche alle cause dei fenomeni.
A questo invito, seguono gli impegni che Ordine dei giornalisti, Fnsi e Unhcr (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) assumono con la Carta di Roma:
1. Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, in collaborazione con i Consigli regionali dell’Ordine, le Associazioni regionali di Stampa e tutti gli altri organismi promotori della Carta, si propongono di inserire le problematiche relative a richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti tra gli argomenti trattati nelle attività di formazione dei giornalisti, dalle scuole di giornalismo ai seminari per i praticanti. Il CNOG e la FNSI si impegnano altresì a promuovere periodicamente seminari di studio sulla rappresentazione di richiedenti asilo, rifugiati, vittime di tratta e migranti nell’informazione, sia stampata che radiofonica e televisiva.

2. Il CNOG e la FNSI, d’intesa con l’UNHCR, promuovono l’istituzione di un Osservatorio autonomo ed indipendente che, insieme con istituti universitari e di ricerca e con altri possibili soggetti titolari di responsabilità pubbliche e private in materia, monitorizzi periodicamente l’evoluzione del modo di fare informazione su richiedenti asilo, rifugiati, vittime di tratta, migranti e minoranze con lo scopo di: a) fornire analisi qualitative e quantitative dell’immagine di richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti nei mezzi d’informazione italiani ad enti di ricerca ed istituti universitari italiani ed europei nonché alle agenzie dell’Unione Europea e del Consiglio d’Europa che si occupano di discriminazione, xenofobia ed intolleranza; b) offrire materiale di riflessione e di confronto ai Consigli regionali dell’Ordine dei Giornalisti, ai responsabili ed agli operatori della comunicazione e dell’informazione ed agli esperti del settore sullo stato delle cose e sulle tendenze in atto.
3. Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e la Federazione Nazionale della Stampa Italiana si adopereranno per l’istituzione di premi speciali dedicati all’informazione sui richiedenti asilo, i rifugiati, le vittime di tratta ed i migranti, sulla scorta della positiva esperienza rappresentata da analoghe iniziative a livello europeo ed internazionale.

 

Alla luce di quanto sottoscritto nella Carta di Roma, noi giornalisti non possiamo adesso negare che vi sia un quadro di riferimento preciso per il nostro lavoro quando ci occupiamo di minoranze culturali ed etniche. Pagine vergognose – come la strage di Erba – non possono più essere giustificate. Non si può dire: “non sapevamo” o “non avevamo un punto di riferimento”.
A dire il vero, i punti di riferimento già vi erano: erano quelli della Carta dei doveri dei giornalisti, emanata nel 1993. Ma adesso possiamo dire che vi è una messa nero su bianco della necessità di rispettare la “diversità” etnica e culturale, di adottare un linguaggio corretto sul piano giuridico, di evitare accostamenti di notizie che portano solo a discriminare lo “straniero”, senza peraltro servire il lettore.
Un ulteriore passo in avanti verrà da altre iniziative che sono collegate alla Carta di Roma. La prima (si veda il sito dell’Ordine dei giornalisti: www.odg.it) riguarda la redazione di un Testo Unico delle norme che regolano la deontologia professionale dei giornalisti. La seconda iniziativa, legata in modo ancor più stretto alla Carta di Roma, riguarda l’organizzazione del Centro Studi e Ricerche Osservatorio sulla Carta di Roma. Con la Facoltà di Scienze della Comunicazione, presieduta dal professor Mario Morcellini, a fare da capofila, una serie di istituzioni universitarie o legate al mondo dei migranti hanno avviato il lavoro di analisi dei media italiani per rilevare se la Carta di Roma viene rispettata. Non si tratta di un mero “monitoraggio”, ma di studi approfonditi che hanno come obiettivo la formazione e l’aggiornamento dei giornalisti; nonché la redazione di report sullo stato dell’attuazione della Carta di Roma e il conferimento dei risultati in sede europea e di istituti internazionali di ricerca.
Come Università degli Studi di Verona, chi scrive – facendosi in questo anche portavoce delle istanze del Cestim - ha il compito di coordinare un gruppo d ricerca emanazione del Centro Studi Interculturali (Csi) dell’ateneo. Il gruppo di ricerca, denominato ProsMedia, è formato da dottorati e dottorandi di ricerca del Csi, da laureati in giornalismo, da diplomati nei master del Csi in mediazione e comunicazione interculturale. Compito di ProsMedia, facendo seguito in questo alla mia prima ricerca pubblicata sul libro “Stranieri e mass media” (Cedam, 2002), sarà quello di analizzare l’agenzia di informazioni Ansa, seguendo il protocollo comune di ricerca messo a punto dallo staff di studiosi della Sapienza.
L’auspicio è che, sia nel giornalismo nazionale che in quello locale, il mondo dei migranti e delle minoranze etniche e culturali siano visti non come occasione di sensazionalismo a buon mercato, non come fattore di allarme sociale, ma come persone che portano in dote risorse e problemi. E che con le loro risorse e i loro problemi contribuiscono alla crescita della nostra intera comunità.

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