Una nota del CIR sui centri di permanenza temporanea

 

ROMA (Migranti-press) - Il Consiglio direttivo del Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR), di cui fa parte la Migrantes, nella seduta del 31 gennaio, presieduto da Giovanni Conso, ha steso la seguente nota per precisare la sua posizione su un problema che è anche di suo diretto interesse.

1. Il Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR) è gravemente preoccupato per i numerosi incidenti accorsi a danno di cittadini stranieri nei Centri di Permanenza Temporanea istituiti sulla base degli Art. 20-22 del Testo Unico sull'Immigrazione. La morte violenta di persone nei centri di Trapani e di Roma scuote la coscienza della società italiana e richiede una tempestiva indagine giudiziaria sulle responsabilità penali.
2. Anche dalle osservazioni fatte in loco dagli operatori del CIR, risulta che le

condizioni, in molti degli attuali 11 centri, non sono conformi alla legge e spesso al di sotto del livello minimo del rispetto della dignità umana.
3. In tali centri, cittadini stranieri vengono privati della libertà di movimento e trattenuti forzatamente, senza che essi abbiano commesso alcun reato, al solo scopo di facilitare l'allontanamento coatto dal territorio della Repubblica.
4. Al CIR, in taluni casi, risulta che le persone che temono, a ragione, persecuzioni per motivi etnici, religiosi o politici nei propri paesi, persone che quindi non possono essere espulsi verso tali paesi, sono trattenute nei centri.
5. Nonostante la situazione deplorevole e a volte inumana in molti dei centri, il CIR non può non distanziarsi dall'uso dell'espressione "lager" usato da alcuni per descrivere tale situazione. Ci sembra una fatale leggerezza associare nell'immaginario collettivo i campi di concentramento e di sterminio del nazifascismo con i Centri di Permanenza Temporanea.
6. La decisione del Governo ed in particolare del Ministero dell'Interno di intraprendere passi concreti ed urgenti per garantire i diritti degli stranieri trattenuti e di consultarsi con la società civile a tal proposito, avviene purtroppo, solo dopo le tragedie nei centri di Trapani e Roma, ma rappresenta comunque, un nuovo orientamento positivo al quale il CIR pienamente aderisce.
7. Indipendentemente dalla questione di principio se tali centri siano necessari all'interno di una politica complessiva di immigrazione, indipendentemente quindi, da una eventuale riforma legislativa su questo aspetto, il CIR insiste nel chiedere che i diritti fondamentali, i diritti che risultano dalle Convenzioni dell'ONU e del Consiglio d'Europa contro la Tortura ed il Trattamento Inumano o Degradante, nonché i diritti che più specificatamente risultano dal Testo Unico ed il suo Regolamento siano scrupolosamente rispettati nei confronti dei cittadini stranieri trattenuti in tali centri.
8. Con questo obiettivo, nonché per garantire che nessun straniero, che ha bisogno della protezione internazionale, sia, per errore o negligenza burocratica, trattenuto nei centri, il CIR collabora nel gruppo di lavoro costituito dal Sottosegretario all'Interno Maritati, allo scopo di elaborare un manuale per la gestione dei centri e di assicurare una qualificata collaborazione delle associazioni ed enti di tutela. Tale collaborazione non significa comunque l'assunzione della gestione dei centri. Il CIR non può e non vuole, quale ente di tutela, condividere la responsabilità gestionale di alcuna misura repressiva.
9. Il CIR propone di costituire un Osservatorio permanente sui centri. Tale Osservatorio, composto dai sindacati e dalle associazioni che operano a livello nazionale dovrà garantire un controllo della società civile sui centri di permanenza temporanea e dovrà contare con un riconoscimento governativo.