Relazione del Parlamento Europeo sulla proposta della Commissione in vista dell'adozione di una direttiva del Consiglio relativa alle condizioni d'ingresso e di soggiorno dei cittadini di paesi terzi che intendono svolgere attività di lavoro subordinato o autonomo

Votazione: 12.02.2003

L'ingresso e il soggiorno di cittadini di Paesi terzi per svolgere un lavoro subordinato o autonomo dovrebbero essere facilitati e le condizioni previste nella direttiva proposta dalla Commissione europea dovrebbero essere meno rigorose: questo è il messaggio lanciato dal Parlamento con l'approvazione della relazione di Anna TERRÓN i CUSÍ(PSE, E) per 274 voti favorevoli, 253 contrari e 26 astensioni. L'Aula chiede che il «permesso di soggiorno-lavoratore subordinato» e il «permesso di soggiorno-lavoratore autonomo» siano concessi per almeno un anno e che il coniuge o partner riconosciuto del titolare di un permesso di questo tipo possa riceverne uno analogo e di analoga durata. Il criterio principale per ammettere un cittadino di un Paese terzo dovrebbe essere la prova che un posto di lavoro non può essere ricoperto dal mercato del lavoro nazionale. Tale prova, secondo i deputati, potrebbe essere costituita dall'assenza di candidature per un posto vacante, dopo tre settimane dal suo annuncio pubblico. Gli Stati membri possono anche adottare misure specifiche in materia di posti vacanti in settori particolari quando il mercato del lavoro nazionale non permette di far fronte alla domanda, a condizione che consultino le organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori. Quando il lavoratore ha un contratto di lavoro in regola, il permesso dovrebbe essere automaticamente prolungato e quando un lavoratore munito di permesso in regola desidera cambiare lavoro pur restando nello stesso campo di attività, l'autorizzazione dovrebbe essere automaticamente accordata. Se il permesso di soggiorno è rinnovato, il cambiamento di lavoro che implichi un cambiamento di settore dovrebbe essere autorizzato e la validità del permesso non dovrebbe essere limitata ad una precisa regione. I deputati chiedono di ridurre da sei a tre mesi il termine di cui dispongono le autorità per rispondere ad una domanda di permesso e di ridurre da 12 a 6 mesi il periodo durante il quale il lavoratore di un'impresa extracomunitaria deve aver lavorato prima di poter essere trasferito in una delle filiali situate nell'UE. Se è in possesso del permesso di soggiorno, il lavoratore deve essere autorizzato a lavorare in qualsiasi Stato membro. I deputati raccomandano poi che gli Stati membri accordino un permesso di soggiorno temporaneo per una durata di 6 mesi ai cittadini provenienti da Paesi terzi, per permettere loro di cercare un'occupazione o seguire dei corsi di formazione professionale in vista di un impiego. Per quanto riguarda l'assistenza sociale, l'Assemblea chiede che per i titolari di permesso di soggiorno l'accesso al sistema educativo, all'assistenza sociale per l'alloggio e il diritto ad un'assistenza legale gratuita. I parlamentari ritengono infine che il permesso di soggiorno non debba essere revocato prima del completamento di un periodo che dia diritto all'indennità di disoccupazione e che gli Stati membri debbano essere liberi di applicare condizioni più favorevoli.