Tabacci difende con tenacia il suo emendamento che regolarizza non solo colf e badanti, ma anche quanti si trovano in nero

Bossi all’assalto dei centristi: no alle sanatorie

Il ministro vuole il voto sulla legge prima dei ballottaggi. Lite anche sulle impronte digitali: per tutti o solo per gli extracomunitari?

ROMA - Più si avvicinano le amministrative, più sale la «febbre» politica sull’immigrazione. Nonostante l’altolà di Gianfranco Fini, ribadito ieri da An, Lega e Forza Italia, i centristi della maggioranza dichiarano di voler difendere a tutti i costi l’emendamento Tabacci, cioè la possibilità di regolarizzare non solo colf e «badanti» ma tutti gli extracomunitari che lavorano in nero. Al grido di «lo vogliono gli industriali». Ma a quanto pare lo desiderano anche i sindacalisti perché al fianco dell’Udc è sceso anche il segretario della Cisl Savino Pezzotta, nonché i gesuiti che criticano il governo «per la sua logica troppo mercantile». E se non dovesse passare la linea dei centristi sulle impronte digitali (chiederle a tutti, italiani e stranieri) voteranno «no» a un emendamento presentato da Forza Italia che le prevede solo per gli immigrati. Ad alzare il tono dello scontro ci pensa Umberto Bossi. Secondo il ministro per le Riforme «la nuova legge sull’immigrazione deve essere approvata prima delle elezioni». E senza cambiare una virgola rispetto a «ciò che era stato concordato». Cioè la regolarizzazione di una sola colf per famiglia e di un numero illimitato di badanti, ma senza passare alle altre categorie di lavoratori: «Gli accordi vanno mantenuti. Se serve si voti ad oltranza». Per Bossi le proposte dei centristi sono solo «provocazioni dei democristiani del Polo che guardano agli interessi degli istituti caritatevoli con cui sono imparentati». In altre parole: la Lega vuole incassare il risultato della nuova legge prima delle amministrative perché ha fatto del giro di vite sugli immigrati gran parte della sua battaglia politica. Ma il calendario che fisseranno il 28 maggio i capigruppo della Camera molto difficilmente porterà ad una votazione finale del provvedimento prima dei ballottaggi del 9 giugno. E in ogni caso la legge dovrà ripassare al Senato per la sua approvazione definitiva.
Tutto il Carroccio è comunque in ebollizione, dalla Padania , il giornale del partito, fino al capogruppo alla Camera Alessandro Cè che chiede niente meno l’intervento di Silvio Berlusconi per fermare il «nemico» Tabacci. Anche An comunque invita l’esponente del Ccd a tornare sui suoi passi. Invoca Ignazio La Russia: «Insistere è un errore politico». Il capogruppo di An a Montecitorio indica però, significativamente, una scappatoia che potrebbe essere percorsa: «La questione del sommerso è già stata affrontata da un altro provvedimento del governo e se ne potrà ulteriormente parlare». Come dire: la regolarizzazione degli immigrati che lavorano in nero nell’industria o nei cantieri potrebbe essere inserita nelle leggi che riguardano, appunto, l’emersione del sommerso. Soluzione che si può dedurre anche dalla posizione più «morbida» del ministro dei Rapporti con il Parlamento, il ccd Carlo Giovanardi: «L’emendamento Tabacci andrebbe presentato con un altro provvedimento perché il disegno di legge sull’immigrazione va bene così».
I rapporti all’interno della maggioranza restano però tesi anche sulla vicenda delle impronte digitali. Il ministro dell’Interno Claudio Scajola è intervenuto per dire che saranno introdotte per tutti a livello europeo. E Francesco Rutelli gli ha dato ragione. Ma alla Camera c’è ancora l’emendamento, firmato da Isabella Bartolini di Forza Italia, sui rilievi «fotodattiloscopici» solo per gli immigrati. L’Udc, che ha presentato un controemendamento che prevede la stessa misura per tutti, quindi anche per gli italiani, è pronta a dare battaglia anche a costo di votare in modo diverso dal resto della maggioranza.
Roberto Zuccolini