Martedì 18 Luglio 2000
L’ipotesi dei 30mila nuovi ingressi: anche le Regioni saranno consultate. Il piano del ministero del Lavoro
Immigrati, la battaglia dei permessi
Le questure riesaminano 53mila domande bocciate, oggi il vertice al Viminale

di RITA DI GIOVACCHINO

ROMA- Immigrati, la battaglia delle cifre. Quanti permessi? Oggi alle 17 si insedia al Viminale la Commissione Interministeriale per verificare i termini di una possibile revisione dei flussi programmati. Alcuni ministri (quello dell’Interno Bianco, degli Esteri Dini, del Lavoro Salvi) e molti sottosegretari con delega di dieci ministeri affronteranno nel merito i problemi che comporterà l’elevamento del tetto di 63.000 unità da accogliere annualmente in Italia. Sarà la prima riunione realmente operativa ed è probabile che in questa sede sarà possibile capire, nel balletto di cifre, quale sarà la portata dell’accordo finale.
A conti fatti, stando alle previsioni della vigilia, è possibile ipotizzare che il flusso migratorio possa toccare o anche superare il tetto delle centomila presenze annue, tra lavoratori stagionali e non. Ma pochi hanno il coraggio di ammetterlo, anzi il Viminale tende a minimizzare e annuncia che l’aumento non dovrebbe superare le dieci-quindicimila presenze, oltre alle cinquantamila che stanno risaminando. Come si arriva al tetto di ulteriori 40mila presenze? Qualche dato. Al ministro del Lavoro Salvi sono arrivate dalle aziende del nord-est e da quelle agricole del sud circa ventimila richieste di lavoratori stagionali, alle quali si aggiungono sette-ottomila lavoratori a tempo indeterminato. Parliamo di lavoratori dipendenti, ai quali vanno aggiunti i 5mila autonomi, che secondo altre valutazioni dovrebbero essere invece circa diecimila. Ci sono poi altri quindicimila immigrati che dovrebbero entrare in Italia su richiesta degli "sponsor", per i motivi più vari. Ad esempio, il figlio della colf nigeriana che vuole studiare in Italia può farlo se c’è chi si fa garante.
Insomma l’Italia si accinge a cambiare faccia, niente più immigrazione clandestina, ma porte aperte ad una manodopera a basso costo che consenta lo sviluppo della piccola e media impresa. L’entusiasmo dilaga e perfino a Pantelleria, il sindaco ha deciso di aprire il varco a tunisini e marocchini, disposti a raccogliere capperi, lavoro che i giovani del posto considerano sottopagato.
I problemi che questa valanga d’immigrati porrà al paese sono però molteplici e al tavolo che si apre oggi, istituito da Bianco a marzo scorso, saranno valutate le proposte avanzate dalle organizzazioni sindacali, dalle associazioni imprenditoriali, dalle Regioni e dagli altri enti locali. «Una riunione che serve per chiarire le idee, in vista anche dell’incontro che si terrà domani tra governo e Regioni», dicono al Viminale. Ma certo si marcia a tappe forzate verso un nuovo decreto. E su questo punto è polemica rovente tra Enti Locali e governo, che pur aprendo il dialogo con gli amministratori rivendica a sé l’ultima parola.
Lo scontro ha avuto ieri il suo acme in uno scambio di battute tra il ministro dell’Interno e il presidente della Regione Lombardia Formigoni che lo aveva accusato di voler offrire migliaia di posti di lavoro agli immigrati, togliendoli agli italiani. «Il caldo fa brutti scherzi, anche se le temperature di questi giorni non sono elevate - ha replicato Bianco - Formigoni parla un linguaggio in pubblico e uno in privato, a me aveva fatto apprezzamenti per la politica sull’immigrazione. E sono stato io a dire che devono essere coinvolti gli enti locali e le Regioni. Non siamo ancora alla vigilia delle elezioni...».
E veniamo al caso delle proteste degli agenti dell’Ufficio stranieri a Roma. I deputati di An, Gasparri e Ascierto, annunciano che presenteranno in tutte le città d'Italia esposti alla magistratura per denunciare la tendenza ad accogliere tutte le domande di regolarizzazione: «Ormai si accolgono le domande di tutti gli stranieri indipendentemente dai requisiti necessari alla regolarizzazione». Ma dal Viminale si fa sapere che sono stati firmati accordi di "riaccoglienza" da parte di 21 paesi disposti a riprendersi immigrati non graditi o che hanno violato le leggi.