da La Repubblica

del 15 luglio 2000

Amato: lotta ai clandestini

E sui flussi Regioni all'attacco. "Vogliamo contare di più" Il premier: immigrati necessari, pagheranno le nostre pensioni. Turco: sono persone, facciamoli votare

di GIOVANNA CASADIO

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ROMA - C'è bisogno degli immigrati in un paese che invecchia e fa pochi figli come l'Italia. Ma non c' è spazio per l'immigrazione clandestina, anzi la lotta ai clandestini e alle mafie è il punto di partenza della politica del governo sull'immigrazione. È la linea della fermezza rivendicata ieri dal presidente del consiglio Giuliano Amato. I flussi ci vogliono, il governo ha deciso di ampliare la quota dei 63 mila permessi per nuovi immigrati regolari già esauriti in soli sei mesi, sulla spinta della richiesta di manodopera degli imprenditori soprattutto del Nord est, però le "organizzazioni feroci" che fanno traffico di disperazione e di illusioni vanno frenate con tutti i mezzi. S'impegna Amato, che però non entra nel merito delle quote. "Lo dico ai miei concittadini: non potete pretendere di non fare figli e di non avere l'immigrazione. Almeno una di queste due cose la dovete accettare, perché se no chi ve la paga la pensione?", esordisce ieri nell'intervento che conclude a Roma il forum sull'immigrazione organizzato dall'Agenzia per il Giubileo. Sono invece i "governatori" delle Regioni riuniti in un tavolo con il governo al Viminale a affrontare il nodo politico dei nuovi ingressi e di come si arriverà alla loro definizione. Le Regioni dicono no a flussi indiscriminati, chiedono al ministro degli Interni, Bianco di contare di più nel determinare i flussi. Che martedì prossimo saranno discussi in una riunione sempre al Viminale tra i ministri competenti a cui spetterà valutare le proposte di sindacati, enti locali e imprenditori. Si parla intanto di 30 mila altri permessi. L'arrivo di nuovi immigrati regolari non è solo un problema di braccia, di forza lavoro, ma anche di capacià di accoglienza e di integrazione. Il ministro della Solidarietà sociale, Livia Turco pone la questione in modo perentorio, ieri parlando al forum. "Le esigenze delle imprese non solo l'unico criterio in base al quale si entra in Italia. Non si può pensare che gli immigrati servono quando sono in fabbrica ma fuori non devono esistere". E per questo Turco rivendica la piena cittadinanza con il diritto al voto nelle amministrative per gli stranieri, mentre esclude la possibilità di sanatorie. Lo stesso altolà a "atteggiamenti schizofenici" arriva anche dal premier Amato. "C'è il rischio quando si parla di immigrazione di cadere vittime di questa malattia psichiatrica. Mi è capitato di trovarmi a cena in casa d'altri e di sentire parlare della necessità di liberarsi dell'immigrazione mentre una ragazza filippina con le trine al collo portava i piatti in tavolo", esemplifica Amato. Subito mitigando il giudizio negativo su chi utilizza ma non riconosce perché, spiega il presidente del consiglio, neppure i nostri imprenditori prendono sul serio Bossi. "L'ho detto a un ministro finanziario austriaco dell'estrama destra di Haider. Quando gli imprenditori si accorgono di avere manodopera che lavora bene, sono loro che si preoccupano che questa gente stia bene e si danno da fare per trovargli la casa". E lo scontro tra Polo e maggioranza sull'immigrazione non accenna a raffreddarsi. Nel centrosinistra tuttavia il Ppi dichiara con il segretario Castagnetti le proprie perplessità: "Non sono d' accordo con questo dibattito sull' ampliamento delle quote è improvisato e frettoloso". Il segretario dei Ds, Veltroni afferma che sono gli stessi imprenditori che magari votano Forza Italia e Lega a richiedere manodopera. Il leghista Pagliarini replicate che gli industriali chiedono solo lavoratori e se i disoccupati e i cassintegrati italiani rifiutano un lavoro non dovrebbero ricevere altri sussidi. "La sinistra vuole solo i voti degli extracomunitari", attacca il forzista Enrico La Loggia. Gasparri di An invita Amato a leggersi i dati della Pubblica siurezza sull'incidenza degli stranieri nella criminalità italiana. TORNA A: