Rio Bravo

MARCO CALABRIA

dal sito di "Carta"

Se il Mediterraneo è diventato il cimitero dei migranti di questa parte del mondo, le acque del Rio Bravo sono testimoni delle grida delle centinaia di messicani che affogano tentando di attraversare la mitica "lìnea", la frontiera con gli Stati uniti. Altri, molti altri, vengono trovati morti di freddo o fame nei deserti dell'Arizona e del sud della California, ma la maggior parte delle vittime affoga, travolta dalla forte corrente del Rio Bravo, nel tentativo di sfuggire alla polizia messicana di Matamoros, o a quella di Brownsville, Texas. Non era mai accaduto, però, che una televisione, Televisa, mostrasse i volti terrorizzati e le invocazioni di aiuto disperate degli ultimi istanti della vita di due persone, fino al momento in cui, esauste, si abbandonavano ai flutti. Le telecamere li hanno ripresi giovedì mentre scomparivano e, poco dopo, riapparivano senza vita in superficie. I due ragazzi, 20 e 25 anni, avevano attraversato il fiume in una zona poco profonda poi, a Brownsville, erano stati sorpresi dagli agenti frontalieri e si erano gettati in acqua. Ieri, in Messico, si è aperta la polemica sull'abilità natatoria della polizia messicana, "incapace", secondo la donna che la coordina, di nuotare controcorrente per soccorrere i migranti. Negli Stati uniti non ci hanno fatto caso.