In Gran Bretagna è fallita la politica delle porte chiuse ai clandestini

Londra - Il segretario generale del sindacato britannico dei servizi di immigrazione, Martin Slade, ha rivelato che almeno 213 immigrati extracomunitari sfuggono quotidianamente ai controlli delle autorità del Regno Unito. Il preoccupante fenomeno è venuto alla luce in seguito alla divulgazione delle statistiche riguardanti i flussi migratori dello scorso anno, da cui risulta che soltanto novemila degli 87mila richiedenti cui fu negato il permesso di soggiorno in Gran Bretagna risultano espulsi dal territorio nazionale. Tutti gli altri si sono «imboscati» alla media di 6.500 al mese (ovvero 213 al giorno). La pubblica denunzia formulata da Slade acuisce il dissidio in atto tra le polizie di frontiera dell'Inghilterra e della Francia, per la lacunosa vigilanza che viene esercitata in prossimità del tunnel subacqueo che attraversa la Manica. Le cronache dei giornali londinesi registrano con frequenza la scoperta di immigrati clandestini tra le merci caricate sui treni o sui camion provenienti dal territorio francese. I gendarmi di oltre Manica vengono accusati di una apatia che rasenta la complicità con gli aspiranti ad ottenere asilo nel Regno Unito. Il centro di raccolta dei profughi operante a Sangatte, nei pressi di Calais, è stato descritto dalla stampa inglese come un colabrodo che lascia filtrare migliaia di clandestini facendo perdere rapidamente le loro tracce. Secondo alcuni commentatori, prevale l'impressione che i tutori dell'ordine francesi volgano le teste da un'altra parte pur di liberarsi degli extracomunitari ammassati sulla riva del Canale. Il più diffuso quotidiano britannico, The Sun, ha riferito proprio ieri la vicenda di un gruppo di immigrati clandestini, costituito in prevalenza da donne e bambini, che si era celato per alcune ore in un vagone ferroviario in partenza da Calais. Poiché l'inizio del viaggio era stato ritardato per motivi tecnici, il gruppo aveva avuto il tempo di tornare nel centro profughi di Sangatte per consumare il rancio serale prima di riprendere il tentativo di emigrare clandestinamente. Una volta arrivati in Gran Bretagna, gli extracomunitari si mostrano assolutamente privi di documenti d'identità per non essere rispediti ai rispettivi paesi d'origine, oppure fingono di essere rimasti vittime di persecuzioni razziali o politiche. Gli accertamenti sulla veridicità dei loro racconti richiedono complesse pratiche internazionali e lungo tempo. Capita perfino che alcuni immigrati clandestini riescano a dileguarsi nuovamente dopo essere trasportati sotto scorta fino agli aeroporti per i viaggi di rimpatrio coatto. Traendo spunto dalla circostanziata denunzia del segretario generale della «Union» dei servizi di immigrazione britannici, il ministro dell'interno del governo-ombra conservatore Oliver Letwin ha accusato ieri l'amministrazione Blair di totale fallimento nel tentativo di controllare il flusso migratorio clandestino.

Luigi Forni

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