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"Prostitute anche per scelta"

scoppia la bufera sulla Bellillo

di MICHELA GIUFFRIDA - CATANIA

da La Repubblica del 15 dicembre 2000

"Prostituzione e immigrazione clandestina producono profitti che superano i sette miliardi di dollari l'anno (circa 15 mila miliardi di lire, ndr.), un affare per la criminalità inferiore soltanto al narcotraffico". E' il vicesegretario delle Nazioni Unite Pino Arlacchi a snocciolare i dati sugli schiavi del Duemila durante la sessione catanese del vertice Onu, dedicata alla tratta degli esseri umani, cui è collegato uno dei protocolli aggiuntivi alla Convenzione contro la criminalità transnazionale. E a Catania, per la giornata di lavori, si sono spostati pure il ministro dell'Interno Enzo Bianco, della Solidarietà sociale Livia Turco, e Katia Bellillo, ministro per le Pari Opportunità. Il discorso della Bellillo è stato diffuso a Roma, ma le polemiche hanno raggiunto in un lampo i saloni di Palazzo Biscari. "La tratta è un fenomeno più complesso di quanto si creda: non tutte le ragazze che si prostituiscono - sostiene la Bellillo - sono schiave, ma se vogliono uscire dalla prostituzione devono comunque essere aiutate. Entrare nel sex market - continua il ministro - può essere una decisione volontaria, e come tale va rispettata. Dobbiamo imparare a vedere sia la libertà di scelta delle donne, sia le condizioni di grave iniquità". Le reazioni più critiche sono quelle del Polo. "Il ministro Bellillo dovrebbe imparare - dice Stefania Prestigiacomo - a prescindere dalla cultura postfemminista e a considerare con più serietà il dramma di queste donne". Tenta una mediazione la presidente della Commissione giustizia della Camera Anna Finocchiaro: "E' vero che alcune prostitute immigrate in Italia non sempre sono schiave, tuttavia si trovano in uno stato di assoggettamento che ritengono senza alternative". "Dall'inizio dell'anno sono seicento i permessi rilasciati a clandestine tolte dalla strada. Non so se siano troppe o poche - sottolinea Livia Turco - so che sono state sottratte alla mafia e che adesso sono tornate a vivere". "Seicento permessi - le fa eco Enzo Bianco - significano un incremento del 150 per cento rispetto a quelli rilasciati nel '99, che furono 242". Il ministro dell'Interno si sofferma poi sul rischio che "dietro il traffico illegale di esseri umani e in particolare di bambini si possa nascondere anche il fenomeno drammatico del commercio di organi. E' soltanto una preoccupazione - avverte Bianco - all'attenzione della magistratura e delle forze di polizia perché ci sono stati alcuni casi che si sono verificati in altri paesi, ed è chiaro che questo può interessare anche l' Italia". Su questi problemi "per fortuna - ha concluso Bianco - c'è uno straordinario consenso da parte di tutti i paesi e sono convinto che anche i protocolli aggiuntivi che si riferiscono a questi aspetti verranno firmati dalla stragrande maggioranza dei membri dell'Onu".