da "La Repubblica"

del 15 sett. 2000

RIAPRITE QUELLE CASE

di MIRIAM MAFAI

CI VOLEVA un morto, che alla fine purtroppo c'è stato, per riproporre alla pubblica opinione ed al legislatore, in modo drammatico, il problema della prostituzione e di come combatterlo. Chi va colpito, perseguito, punito: la prostituta? Il suo sfruttatore? O anche il cliente? L'interrogativo finora non è stato risolto. Il caso di cronaca ce lo ripropone. Il cliente che dopo essersi fermato al bordo di una strada carica in macchina una prostituta, va considerato dunque come un cliente, l'acquirente di una prestazione sessuale di cui è libero il prezzo? O PIUTTOSTO come il colpevole di un reato, quello di favoreggiamento della prostituzione? Nel primo caso è innocente, nel secondo caso è perseguibile a norma di legge. A oltre quarant'anni dalla legge Merlin, di fronte alla cosidetta "emergenza prostituzione" (c'è sempre nel nostro paese una emergenza che obbliga a rivedere una legge o ad applicarla più severamente) la procura di Perugia, nel settembre scorso, decideva che anche il cliente era colpevole e quindi andava perseguito, imputato di favoreggiamento e portato in tribunale dopo il sequestro della macchina. Ma non è dello stesso parere il giudice Nordio secondo il quale le norme in vigore non consentono di perseguire il cliente. Come dire che la legge, o meglio la sua interpretazione, non è la stessa su tutto il territorio nazionale, e ciò che viene considerato un reato a Perugia non è più un reato a Venezia. Il giovanotto di Susegana, che l'altra notte si è impiccato dopo essersi visto sequestrare la macchina e contestare il reato di favoreggiamento, non era, evidentemente, a conoscenza di tutte le sottigliezze della legge. Ma il caso di cronaca ripropone il tema e richiede per lo meno un chiarimento in sede giuridica e legislativa. Negli ultimi tempi, la massiccia e vistosa presenza di prostitute straniere, spesso minorenni, trascinate sulle nostre strade da veri e propri "mercanti di carne umana" ha riacceso il dibattito sul tema della prostituzione. E, come sempre accade quando un problema si trasforma in "emergenza" i toni si sono fatti più aspri, le dichiarazioni più indignate e severe, le proposte più confuse e velleitarie. All'inizio dell'estate, finalmente, per rispondere alla generale indignazione e preoccupazione, le forze dell'ordine hanno condotto con successo alcune operazioni contro le mafie della prostituzione, soprattutto albanesi: un certo numero di ragazze vennero liberate e i loro sfruttatori rinviati nei paesi d'origine. Pare a noi questo l'unico, serio modo di combattere il dilagare del fenomeno, ma non sappiamo se è stato perseguito con sufficiente intensità e regolarità e quali risultati abbia dato. Non intendo, sia chiaro, difendere i clienti. Ma a me sembra che lo sforzo repressivo e l' impegno delle forze dell'ordine dovrebbe essere orientato non a combattere la prostituzione in sé (obiettivo illusorio che nessun regime in nessuna epoca ha mai raggiunto) ma la sua organizzazione e il suo sfruttamento. Per questo mi sembra sbagliato confondere e sovrapporre, come pure alcuni uomini politici hanno fatto, condanna morale e penale. La donna che liberamente decide di esercitare la prostituzione e il suo cliente, quale che sia il nostro giudizio sulla compravendita di quella particolare merce che è il sesso, non sono colpevoli di alcun reato ma devono invece essere perseguiti con tutti i mezzi a disposizione coloro che organizzano e sfruttano le prostitute, italiane o straniere, una vera miniera d' oro specie quando si tratti di minorenni. Sulla base della esperienza di questi anni, delle mutate condizioni del mercato e della sensibilità della pubblica opinione, sarebbe per questo opportuno avviare un riesame della legge Merlin (dei suoi risultati positivi e delle sue insufficenze) a condizione di tener fuori da questo dibattito posizioni moralistiche e ideologiche che, condannando la prostituzione in quanto tale, rendono difficile o impediscono l'adozione di misure che contengano il fenomeno. Andrebbe quindi presa in considerazione, con maggiore serenità e senza polemiche strumentali, anche la proposta del ministro Turco con la quale si intendeva permettere l'esercizio della prostituzione all'interno delle case e di destinare a questa attività alcuni spazi regolamentati dando così anche una risposta alla richiesta di sicurezza dei cittadini. Ma contemporaneamente, proprio per distinguere l'esercizio della prostituzione dal suo sfruttamento, andrebbe subito ripreso l'esame del disegno di legge sulla tratta delle ragazze avviate alla prostituzione. Un disegno di legge fermo da tempo alla Camera perché, come ebbe a denunciare con amarezza l'on. Finocchiaro, "tutti partecipano volentieri ai dibattiti, ma quando quel disegno di legge arriva in comitato ristretto, regolarmente la seduta salta perché siamo presenti in due: io che sono la relatrice e l'on. Gazzilli di Forza Italia".