§. 1. Breve descrizione quantitativa e qualitativa della criminalità degli stranieri.

Esiste un legame tra immigrazione e criminalità? Questo accostamento, non del tutto privo di fondamento, viene proposto spesso. Basti pensare che la condizione di straniero è stata considerata per anni dagli stessi criminologi come un fattore potenzialmente associabile alla condotta antisociale. Secondo alcune teorie gli immigrati avrebbero risentito dello sradicamento dai modelli culturali di appartenenza, oppure della provenienza da sistemi socioculturali più arretrati(). Solo di recente tali posizioni sono state abbandonate, affermando invece la mancanza di una correlazione sicura tra immigrazione e criminalità, la quale presenterebbe piuttosto caratteristiche proprie a seconda dei flussi migratori e dei diversi aspetti delle popolazioni di accoglimento().

Di fatto i dati forniti dalle Procure mostrano un coinvolgimento sempre maggiore degli stranieri in attività illecite(). Citiamo a questo proposito uno stralcio della relazione sull'amministrazione della Giustizia nel 1994, pronunciata il 12-1-1995 da S.E. Vittorio Sgroi, Procuratore Generale della Corte di Cassazione: "La situazione degli immigrati continua ad essere molto precaria sotto il duplice aspetto di un adeguato collocamento lavorativo e della possibilità di alloggio. Le misere condizioni di vita, la mancanza di stabili prospettive, le difficoltà di inserimento in un ambiente sociale e culturale diverso da quello in cui vivono, oltre ad esporre gli stranieri all'altrui sfruttamento e all'altrui ricatto, costituiscono un fattore criminogeno ad alto rischio su cui è opportuno soffermare maggiormente l'attenzione. Da quasi tutte le Procure Generali provengono segnalazioni di un sempre maggiore coinvolgimento di stranieri la cui presenza è elevata anche negli istituti di pena, in fatti criminosi di notevole gravità: non solo furti, ma anche rapine, lesioni personali, omicidi (più frequenti questi ultimi tra appartenenti allo stesso gruppo etnico o, comunque, tra immigrati), reati connessi al traffico di sostanze stupefacenti, ed alla prostituzione, (fenomeno quest'ultimo che soprattutto nelle grandi città, ed in alcune zone del Paese è ormai dominato dagli immigrati)"().

Per avere un quadro più preciso della situazione, è utile soffermarsi sui dati relativi agli stranieri denunciati, condannati e incarcerati (TABELLA 3).

ITALIA - DENUNCIATI, CONDANNATI ED ENTRATI DALLO STAO DI LIBERTA' NEGLI ISTITUTI DI PREVENZIONE E DI PENA (1991-1995)

Anno

Totale

Di cui stranieri

%

Denunciati

1991

506280

21307

4,4

1992

561230

25030

5,6

1993

550354

31174

5,5

1994

601369

38389

6,4

1995

565366

42617

7,5

Condannati

1991

158264

7674

4,8

1992

177362

11489

6,5

1993

193275

15977

8,3

1994

206631

18991

9,2

1995

199693

19858

9,5

Entrati dallo stato di libertà

1991

80234

13000

16,2

1992

93774

16318

17,4

1993

99072

21239

21,4

1994

100829

26175

26

1995

93051

24555

26,4

Fonte: ISTAT

TABELLA 3

Nel 1995 sono state denunciate 42.617() persone di cittadinanza straniera, pari al 7,5% del complesso delle persone denunciate (565.366) con un aumento del 11% circa rispetto all'anno precedente. Gli immigrati denunciati sono addirittura raddoppiati rispetto ai 21.307 del 1991 (in quell'anno rappresentavano il 4,4% delle persone per le quali l'autorità giudiziaria aveva iniziato l'azione penale) (TABELLA 3).

Da questi dati appare evidente una maggior propensione alla devianza degli stranieri rispetto agli autoctoni; sempre nel 1995 mentre gli immigrati incappati nelle maglie della giustizia costituivano il 4,2% della loro popolazione, gli Italiani denunciati non raggiungevano l'1% (TABELLA 4).

 

NUMERO DEI DENUNCIATI ITALIANI E STRANIERI SUL NUMERO TOTALE DELLA POPOLAZIONE NEL 1995

POPOLAZIONE TOTALE

N° PERSONE DENUNCIATE

%

ITALIANI

57.282.824

522.749

0,9

STRANIERI

991.419

42.617

4,2

Fonte: ISTAT

TABELLA 4

Ma non tutte le comunità sono coinvolte alla stessa maniera. Su 42.617 denunciati 21.954 (il 51,5%) provenivano dal continente africano, mentre 14.298 (il 33,5%) erano originari dell'est europeo. Il Paese con il più alto numero di cittadini coinvolti era il Marocco (10.175), seguito dai Paesi della ex Repubblica Jugoslavia (8727), dalla Tunisia e dall'Algeria (rispettivamente 3853 e 3116 denunciati) (TABELLA 5; GRAFICO 3).

ITALIA - Persone denunciate di cittadinanza straniera per area di provenienza e sesso (1995)

Paesi

Denunciati

di cui Minori

MF

F

MF

F

Unione Europea

2089

334

166

27

Francia

719

122

49

6

Altri Paesi Europei

14298

3342

3504

1838

Ex-Jugoslavia

8727

2723

2944

1780

Albania

2988

219

446

29

Polonia

783

103

17

2

Africa

21954

710

1219

17

Marocco

10175

93

1010

6

Tunisia

3853

85

30

Algeria

3116

52

143

5

Senegal

1813

26

26

3

Asia

1765

108

110

4

Cina

457

39

11

1

America Sett.Centr.

393

102

11

1

Stati Uniti

176

29

5

1

America Merid.

2073

320

72

16

Perù

533

79

15

9

Cile

390

29

11

1

Oceania

45

7

Totale

42617

4923

5082

1903

Fonte: elaborazioni Caritas su dati ISTAT

TABELLA 5

 

 

GRAFICO 3

Gli stranieri inoltre non sono coinvolti in tutti i generi di reati ma sembrano specializzati in alcuni di essi. Sempre nel 1995 il 43,7% dei denunciati aveva commesso delitti contro il patrimonio mentre il 16,9% era Stato denunciato per traffico, detenzione, spaccio di stupefacenti (TABELLA 6).

ITALIA - Persone denunciate di cittadinanza straniera per gruppi di delitti (1991-1995)

Delitti

1991

1991%

1995

1995%

Contro la persona

1193

5,6

3468

8,1

Lesioni personali volontarie

324

1,5

1004

2,3

Contro la famiglia, la moralità e il buon costume

233

1,1

1240

2,9

Prostituzione

29

0,1

476

1,1

Contro il patrimonio

11912

55,9

18620

43,7

Furto

9817

46,1

12426

29,2

Rapina

736

3,5

1701

4

Contro l'economia e la fede pubb.

5638

26,5

12417

28,6

Stupefacenti

3423

16,1

7185

16,9

Falsità

1083

5,1

3169

7,4

Contro lo Stato e l'ordine pubblico

866

4,1

3206

7,5

Violenza, resistenza, oltraggio

546

2,6

2193

5,1

Altri delitti

1465

6,8

3936

9,2

Totale

21307

100

42617

100

Fonte: ISTAT

TABELLA 6

 

 

Per quanto riguarda i condannati, cioè le persone nei confronti delle quali è stata emessa una sentenza definitiva non appellabile, nel 1995 su 199.693 ben 19.858 erano di cittadinanza straniera (il 9,5% del totale dei condannati) (TABELLA 3).

Sono addirittura il 26,4% del totale, cioè 24.555 su 93.051, gli stranieri entrati nel 1995 dallo stato di libertà negli istituti di prevenzione e di pena()(TABELLA 3).

Dalla comparazione dei dati relativi ai denunciati ed entrati dallo stato di libertà nel 1994, emerge che su 100 Italiani denunciati ne finiscono in carcere 14, mentre su 100 denunciati stranieri ne vengono imprigionati ben 69.

Appare dunque evidente che i cittadini stranieri hanno una maggior probabilità di venire condannati e soprattutto di venire incarcerati rispetto ai cittadini italiani.

§. 2. Analisi critica dei dati sulla criminalità degli stranieri.

A questo punto una affrettata riflessione potrebbe farci desumere l'esistenza di una correlazione tra l'essere straniero e la maggiore propensione a delinquere. Per non cadere in facili generalizzazioni è opportuno che i dati sopra riportati siano filtrati da una serie di considerazioni.

Innanzi tutto bisogna riflettere sul fatto che i delinquenti stranieri posseggono le stesse caratteristiche dei delinquenti italiani, sono cioè maschi, giovani ed emarginati. Ecco perché una ricerca seria dovrebbe fare il confronto tra gruppi socialmente omogenei; se veramente si vuole fare un paragone con la devianza autoctona, bisognerebbe farlo con quella parte della popolazione che vive nelle loro stesse condizioni sociali ed economiche. Infatti la maggior propensione degli stranieri alla devianza può trarre origine dal fatto che buona parte di essi vive in condizioni di precarietà e marginalità per mancanza di lavoro, di un'abitazione dignitosa, di possibilità economiche.

Un'altra ragione dell'alto numero di stranieri denunciati va ricercata secondo alcuni in un certo accanimento dell'azione repressiva contro gli immigrati. Questa tendenza sarebbe dovuta non solo alla particolare attenzione ad essi rivolta da parte delle forze dell'ordine, ma anche alla loro visibilità. Il motivo della maggior premura rivolta agli stranieri non va certo ricercato nel razzismo che sembra minoritario tra le forze di polizia, la magistratura, le popolazioni urbane ed i mass-media europei. "L'immigrato, il nomade, il barbone, il tossico o il marginale in genere sono oggetto dell'azione repressiva, sia perché le risposte di prevenzione sociale e di contrasto dei malesseri e problemi sociali non sono adeguate e sufficienti, sia perché sembrano affermarsi i pregiudizi negativi, l'intolleranza e l'ostilità che fanno di tali soggetti sociali i responsabili di tutti i mali della società o i nemici che minaccerebbero anche con la loro sola presenza fisica i privilegi disattesi o reali degli autoctoni". E' in linea con questo pensiero quanto affermato dai sostenitori della teoria del "labelling approach" secondo i quali il nesso migrazione-devianza deve essere ricercato nella criminalizzazione dovuta all'etichettamento in termini negativi ed ostili di tutti quanti i diversi(). Non è escluso che una maggior repressione del sistema penale nei confronti degli immigrati corrisponda anche a determinate scelte politiche avallate e sospinte dall'opinione pubblica attraverso la voce dei media.

La maggiore possibilità degli stranieri di essere incarcerati è dovuta invece alla tipologia di reati commessi (per i quali è previsto sistematicamente l'intervento detentivo), nonché alla loro incapacità di avvalersi di sanzioni alternative e sostitutive della detenzione perché privi dei requisiti previsti per godere delle stesse (casa, famiglia, lavoro).

Possiamo dunque affermare che non sembra esserci un legame tra la devianza e l'essere straniero quanto piuttosto un legame tra devianza ed emarginazione la quale trova spesso origine nell'immigrazione.