"Non esistono razze adesso è una certezza"
Gianfranco Biondi, docente di biologia delle popolazioni
 

ROMA (c.d.g.)

da "La Repubblica" del 30 Marzo 2000

- Gianfranco Biondi, antropologo, è docente di biologia delle popolazioni umane all' università di Torino. Cosa cambia questa ricerca negli scenari sulle origini dell'umanità? "Sul tappeto c'erano due teorie relative alla nostra origine, quella multiregionale e quella di un'origine unica, recente e africana. Ma entrambi si basavano sullo studio dei fossili e il dibattito era a un punto morto. Poi, lo studio del Dna ha cambiato tutto. Analizzando il Dna mitocondriale (cioè quello che si trasmette solo da parte materna) dell'umanità vivente è stato possibile stabilire un'origine comune in Africa, da dove la nostra specie si è diffusa nel resto del mondo. Altri studi hanno permesso di datare l'origine genetica a 200.000 anni fa e l' inizio dell'emigrazione a 100.000 anni. L'analisi del Dna, quindi, aveva già confermato la teoria dell' Out of Africa, ma rimaneva il dubbio se ci fosse stato scambio genetico tra la nuova specie, Homo Sapiens, e gli ominidi preesistenti, cioè i Neandertal in Europa e i discendenti dell'Homo Erectus, emigrato un milione di anni prima, in Asia. Questo problema viene risolto definitivamente dalla ricerca di Glasgow, che decreta la fine del multiregionalismo e al tempo stesso ci fa dire con sicurezza che le razze umane non esistono, perché l'origine del Sapiens è troppo recente per aver dato luogo alle razze". Ma cosa avvenne quando la nuova specie invase i territori abitati da altri ominidi? "Sappiamo che questo nuovo ominide è emigrato prima nel Vecchio Mondo e poi nel Nuovo, sostituendo completamente tutti gli altri. Però non sappiamo quale sia stato il vantaggio adattativo che glielo ha permesso. In merito ci sono varie teorie, che colpiscono la fantasia ma hanno poco di concreto". Quali sono le ricerche da tenere d'occhio, quelle da cui potrebbero arrivarci nuove scoperte e nuove sorprese? "Senz'altro quelle che applicano l'indagine genetica alle popolazioni antiche, quindi ai Neandertal e agli ultimi rappresentanti di Erectus (poiché dai più antichi è difficile estrarne Dna utile allo studio). Ma c'è da indagare anche sul patrimonio genetico dei nostri progenitori diretti, Sapiens arcaici come i Cro Magnon. Un Dna che deve essere, questo sì, compatibile con il nostro".