cestim on line

«Ciampi adesso è sulle nostre posizioni»

LEGA E IMMIGRATI, SOLO IERI

di GIAN ANTONIO STELLA

da il Corriere del 7 dicembre 2000

 

Pax padana. Lanciato il suo appello a «fare muro» applicando la legge contro l’immigrazione clandestina, sia pure con certe attenzioni applaudite dalla sinistra, Carlo Azeglio Ciampi, bollato un dì da Bossi prima come «un salumiere», si è visto restituire dalla Lega che gli negò il voto per il Quirinale anche il titolo di «capo dello Stato», maiuscola compresa. Roberto Calderoli gongola perché «quella del presidente è una risposta al centrosinistra che ancora ieri accusava la Lega di razzismo». Fabrizio Belloni irride sulla Padania ai «media collaborazionisti» sotto il titolo «e ci davano dei razzisti...». Mimmo Pagliarini invita a riabilitare Boso che per primo «propose di prendere le impronte digitali agli immigrati e fu considerato pazzo e razzista». Questione di arti, superiori e inferiori: facile confondersi, coi primati antropoidei. In realtà, per difendere «le facce bianche in via di estinzione», la sua fissazione, l’ Obelix della Valsugana propose qualcosa di diverso dall’ipotesi verso cui pare orientata l’Ue. Raccolta l’idea del collega Luigi Peruzzotti, il vero padre della pensata («I clandestini, per celare la loro identità, ricorrono sovente alla bruciatura delle impronte delle mani con acidi: farlo con quelle dei piedi sarebbe certo più difficile»), Erminio Boso spiegò infatti che la sua schedatura avrebbe avuto un valore doppio: «Dai piedi si può risalire ai "tracciati particolari" delle tribù». Un dettaglio sul quale il plauso di Ciampi appare improbabile. Così è fatto l’ Obelix padano: da quando cadde nella pentola della polenta, i neri (per le nere fa eccezione: «Me ne son fatte di tutti i colori») non li può vedere: «Bisognerebbe metterli sul nevaio del Bianco: da una parte potremmo contarli tutti bene, dall’altra potrebbero macinare il ghiaccio per fare granite alla menta». Fosse lui a occuparsi delle espulsioni, spiegò, saprebbe cosa fare: «Dovremmo rimpatriare i clandestini con gli Hercules C130 dell’Aeronautica militare. Intanto perché sugli aerei di linea possono violentare le hostess e va ben che certe donne sono porcellone e ci provano gusto, però... Ma c’è un altro motivo. Sapete cosa fanno quelli prima di partire? Si sporcano in modo indecente, così puzzano e i passeggeri non li fanno prendere su. Sugli aerei militari, invece, con una bella pompa li annaffiamo tutti senza troppe storie». Di più: «Ogni extracomunitario viene fornito di un bel paracadute. Così quando si arriva in zona loro, si apre il portellone e li si paracaduta giù». «Dovremmo dotare le forze dell’ordine di uno strumento deterrente energico ed efficace: i proiettili di gomma», gli faceva eco il «ministro dell’interno padano» Mario Borghezio. Il quale, maledetta la Camera che discuteva sulla legge Turco-Napolitano al grido di «Parlamento marocchino!», assicurava comunque di non disprezzare affatto, lui pure, la razza nera. Purché femmina e disponibile: «Le katanghesi! Le ho provate invece quando sono stato in Africa, nello Zaire. Prodotto notevole. Mica come le bruttone nigeriane che battono da noi». Un gentleman. All’altezza del sindaco di Treviso Giancarlo Gentilini che, inquisito per razzismo dopo avere scherzato sui neri da usare «come leprotti» («pim! pum! pam!») per allenarsi alla caccia, specifica che per carità, prima di prendersi in casa una domestica nera ci penserebbe dieci volte: «Fosse per me gli immigrati li schederei a uno a uno. Purtroppo la legge non lo consente. Errore. È dimostrato che portano ogni genere di malattia: tbc, scabbia, Aids, epatite...». Per questo, nonostante il ricordo «di certe creole, certe mulatte!» ai tempi in cui andava al bordello, dice che oggi non si fiderebbe ad avere un’avventuretta con loro. Bonario, giura tuttavia di consentire a una quindicina di extracomunitarie «tutte monitorate» di rimorchiare sui viali trevisani: «Cosa vuole, le prostitute sono le navi scuola dei giovani! Chiudo un occhio». Il contrario di quanto invitava a fare il manifesto affisso sulla fiancata del pullmino che a Cinisello Balsamo girava nel ’98 per raccogliere firme contro gli immigrati: la caricatura d’una prostituta di colore, accosciata, a gambe aperte. Slogan: «Vù ciulà?». Sull’altra fiancata, l’immagine di un arabo minaccioso con il giubbotto e le mani sulla patta dei pantaloni: «Vu stuprà?». «Quando ci libererete dai negri, dalle puttane, dai criminali, dai ladri extracomunitari, dagli stupratori color nocciola e dagli zingari che infestano le nostre case, le nostre spiagge, le nostre vite, le nostre menti? Sbatteteli fuori questi maledetti!», strilla nell’estate di tre anni fa la Padania in un articolo che, spiega il direttore, usa «toni forti per esprimere nella sostanza il pensiero di molti cittadini». Carletto da Venezia, nella prima estate nel nuovo Millennio, suggerisce al forum indetto dalla Lega sul suo sito internet, un rimedio radicale: «Basta imbarcare le puttane a Genova su una petroliera e poi affondarle alle Bermude». L’anonimo «Pede-Brescia» non è d’accordo: perché sprecare una nave e il carburante? «L’unica soluzione è il napalm». Parole in libertà, dice Umberto Bossi. La linea, infatti, la detta lui: «Nei prossimi dieci anni vogliono portare in Padania 13 o 15 milioni di immigrati, per tenere nella colonia romano-congolese questa maledetta razza padana, razza pura, razza eletta», spiega al congresso del Palavobis. «Glielo saniamo noi il cranio a questi matti che vogliono le sanatorie. Altro che 250 mila immigrati, coi parenti si arriva a tre milioni. E se si ammettono anche i cugini è una catena aperta. C’è poi da aggiungere che i musulmani possono avere quattro mogli: e dove le mettiamo le suocere?», chiede nel febbraio dell’anno scorso. «Noi non siamo razzisti», precisa in un’intervista, «Per me tutti gli uomini sono uguali, hanno la medesima dignità. Il più nero dei neri ha gli stessi diritti del mio vicino di casa. Però a casa sua». Riassunto di Mimmo Pagliarini, capogruppo alla Camera e presidente del Governo Sole, nel titolo della Padania di ieri mattina: «La Lega ha precorso i tempi». Chissà cosa ne pensa Ciampi... Gian Antonio Stella