da " La Repubblica"

17 dic. 2000

Gelo tra Wojtyla e Haider

Incontro lampo e senza foto, dal Papa un messaggio antirazzista

di MARCO POLITI- CITTA' DEL VATICANO -

Arriva Haider e il Papa parla dell'albero di Natale. Una scena surreale. Un bel discorso sulla poesia e la spiritualità dell'abete, mentre si trovano di fronte il pontefice dei diritti umani e il leader xenofobo a causa del quale l'Unione europea ha sospeso per mesi i rapporti con l'Austria. I sacri palazzi ne hanno viste molte, ma questo 16 dicembre dell'anno giubilare ricorderà una delle udienze più singolari - e paradossali - delle cronache vaticane. Il Belzebù di Carinzia (la fantasiosa definizione è dei Verdi austriaci) incassa un faccia a faccia seppur brevissimo con Giovanni Paolo II e due cordiali strette di mano con il Papa coram populo nella sala delle udienze. Si compiace anche - nel pomeriggio - di inaugurare il suo abete in piazza san Pietro, incurante delle folate di lacrimogeni mentre la polizia di uno stato che lui nuovamente offende reprime le manifestazioni di protesta. Davanti alla basilica vaticana il leader xenofobo parla serenamente di solidarietà e responsabilità cristiana. Applaudito da una pattuglia di fan. E prima di recarsi a cena trova tempo di lanciare un insulto ai commercianti ebrei di Roma, che spengono le luci dei negozi in segno di ripulsa morale: "Se hanno problemi di elettricità....", esclama beffardo. Il Vaticano è freddo con l'ospite ingombrante. Profilo basso, è la parola d'ordine. Cerimoniale ridotto all'osso. Ma in Vaticano regna soprattutto un enorme imbarazzo. Per Haider viene fatto sparire il fotografo pontificio nell'incontro a tu per tu del governatore con il Papa (presente anche il vescovo carinziano Kapellari). Alla TV vaticana viene ordinato di non riprendere nulla. E a fine udienza i monsignori fanno distribuire al governatore ed ai suoi una copia del messaggio papale sulla pace. Messaggio intessuto di parole severe contro la patologia nazionalista, nessuna delle quali trova però spazio - nemmeno in forma allusiva - nell'allocuzione pontificia. In fondo, è una buona giornata per Joerg Haider. Vestito di blu raggiunge a metà mattinata il Portone di Bronzo. Scortatissimo, attraversa disinvoltamente a piedi piazza San Pietro. Qualche grido isolato di "razzista" non lo turba. Sono le undici meno due minuti, quando soltanto con il vescovo Kapellari viene fatto accomodare nella sala sant'Ambrogio. Arriva il Papa. Cinque minuti di incontro privato. Wojtyla avrebbe detto soltanto "Guten Morgen" - buon giorno - fanno sapere gli esegeti papali. Probabilmente c'è stato qualche convenevole in più. Il cardinale Sodano alla vigilia è stato chiarissimo: "Rispetto per la persona". Alle undici e quattro minuti i tre entrano insieme nella Sala Clementina. Parla il vescovo, non parla Haider, parla il pontefice sulla simbologia dell' albero "nella fioritura della primavera, nella maturità dell'estate, nei frutti d'autunno e nel morire dell'inverno". Al governatore di Carinzia vengono risparmiate fastidiosi accenni alle relazioni fra popoli diversi. Aleggiano invisibili nella sala i versi di Bertold Brecht: "Su tutti i picchi regna la calma, su tutte le cime non senti aleggiare un respiro". Breve canto natalizio del coro di Carinzia e parte la liturgia dei saluti. Haider, seduto in prima fila, scatta per primo con la famiglia. Stringe la mano al papa. Gli consegna il certificato doc dell' abete. Arturo Mari, brillante fotografo di mille imprese papali, continua a rimanere disoccupato. L'onore di un flash viene riservato soltanto al coro. Nuova stretta di mano di Haider al pontefice. Tutto è durato trenta minuti. Mentre il Papa si allontana, il governatore della Carinzia si trova tra le dita una copia del messaggio papale sul "dialogo fra le culture". Il Papa - farà sapere più tardi puntigliosamente Haider - non gli ha consegnato personalmente nessun messaggio e non gli ha mai "parlato di diritti umani" nel breve incontro privato. Nel pomeriggio nuova apparizione di Joerg a piazza San Pietro, accolto assai cordialmente dal cardinale Szoka governatore della Città del Vaticano. Elogio cardinalizio per la Carinzia: "Qui degnamente rappresentata dal dottor Haider". Sotto il celebre abete, le cui luci vengono accese solennemente, Haider tiene la sua predica in italiano e tedesco sulla fede, la giustizia sociale e l'importanza che tutti vivano una vita degna, a casa loro. Parole gratificate da un bell'applauso da parte di un centinaio di ammiratori. Da via della Conciliazione si levano nuvole di gas lacrimogeno. Il bilancio degli scontri a fine giornata sarà di oltre cinquanta vittime. "I miei buoni rapporto con il Papa turbano qualche osservatore in Vaticano", commenta soddisfatto Joerg prima di andare al ristorante.