L’integrazione scolastica degli immigrati
(da Primo rapporto nazionale sulla scuola EURISPES -LIBERAL Sintesi per la stampa Roma – Milano, Maggio 2003 pp.31-32)


Gli studenti non italiani sono ancora pochi rispetto ad altri paesi europei come Gran Bretagna, Francia, Germania, Belgio e Olanda (nel complesso sono il 2,31% in meno), tuttavia risultano aumentati del 23,3% in un anno. Nell’anno scolastico 2001/2002 gli alunni con cittadinanza diversa da quella italiana sono stati 181.767 (35.000 in più rispetto all’a.s. 2000/2001 e 155.000 in più rispetto all’a.s. 1991/1992), ovvero il 2,31% della popolazione scolastica totale (contro l’1,84% del 2000/2001 e lo 0,27% del 1991/1992). Il 42,17% degli alunni stranieri frequenta la scuola elementare, il 24,33% la scuola media inferiore, il 20,26% la scuola dell’infanzia ed il 13,24% la scuola superiore.
Considerando la crescita dell’immigrazione che ha caratterizzato gli ultimi anni, è comprensibile che i ragazzi di cittadinanza non italiana si concentrino soprattutto alle elementari. Rimane bassa la quota di stranieri nelle scuole superiori. La presenza femminile fra gli alunni stranieri (45,82%) è inferiore a quella maschile, in misura lievemente più marcata che nella popolazione scolastica complessiva. L’incidenza femminile è del 2,2%, contro il 2,4% dei maschi. Fanno però eccezione le scuole superiori, dove le studentesse di cittadinanza non italiana superano gli studenti (50,53%).
Gli alunni stranieri provengono da ben 186 paesi del mondo su 195 esistenti, la loro origine è quindi estremamente differenziata. Molte zone si caratterizzano per la prevalenza di una determinata etnia. Gli studenti immigrati provengono per il 44,3% dall’Europa (80.622, 2,7% Ue, 41,6% non Ue), per il 28,4% dall’Africa (51.681), per il 15% dall’Asia (27.374), per il 12% dall’America (21.825) e solo per lo 0,1% da Oceania e apolidi (265).
Negli ultimi anni la quota di alunni stranieri originari dei paesi dell’Unione europea è scesa, mentre è salita quella degli originari dei paesi esterni all’Ue.
Per quanto riguarda le diverse tipologie di istruzione superiore, gli studenti stranieri si indirizzano soprattutto verso gli istituti professionali (42,53%) e gli istituti tecnici (35,62%), e con frequenza nettamente minore verso gli istituti classici, scientifici e magistrali (18,32%) e quelli artistici (3,53%). Gli studenti africani, scelgono nel 56,02% dei casi l’istruzione professionale.
I paesi da cui proviene il numero più consistente di alunni sono l’Albania (32.268), il Marocco (28.072) e la ex-Jugoslavia (18.577); i ragazzi originari di questi tre paesi costituiscono quasi la metà degli studenti con cittadinanza non italiana nel nostro Paese e negli ultimi anni sono aumentati in misura esponenziale, in particolare a partire dal 1999/2000. Fra gli Stati più rappresentati seguono poi Cina, Romania, ex-Unione Sovietica, Perù, Ecuador, Filippine, Tunisia.
La distribuzione degli alunni stranieri sul territorio nazionale risulta non omogenea. La percentuale più alta si trova nel Nord-Ovest (37,79%), seguono il Nord-Est (28,88%), il Centro (23,32%) e, con percentuali molto più basse, il Sud (7,04%) e le Isole (3,07%). Il 66,57% degli studenti stranieri si trova quindi al Nord, che è l’area geografica in cui risiede il più alto numero di immigrati, principalmente perché qui sono maggiori le opportunità lavorative. L’incidenza sulla popolazione scolastica complessiva è del 4,06% al Nord-Est, del 3,6% al Nord-Ovest, del 3,13% al Centro, e solo dello 0,58% al Sud e dello 0,49% nelle Isole: esiste un divario netto fra queste due aree geografiche ed il resto del Paese per quanto concerne la presenza di ragazzi stranieri nei vari ordini di scuola. Le ragioni principali sono due: l’Italia meridionale è per gli immigrati soprattutto un luogo di transito, non di stanziamento, poiché offre minori possibilità occupazionali e minore benessere rispetto al Nord ed al Centro; la popolazione scolastica del Meridione, inoltre, è particolarmente numerosa e ciò ridimensiona l’incidenza di alunni stranieri. Il 24,73% degli alunni con cittadinanza non italiana è concentrato in Lombardia, il 12,60% in Veneto, il 12,55% in Emilia Romagna; le quote più basse sono quelle relative a Molise (0,12%) e Basilicata (0,23%). L’incidenza più alta di alunni stranieri sulla popolazione scolastica complessiva si trova però in Emilia Romagna (4,8%), seguita da Umbria (4,31%), Lombardia (3,8%), Marche (3,8%) e Toscana (3,7%). L’incidenza degli alunni stranieri è cresciuta dall’anno scolastico 2000/2001 al 2001/2002 in tutte le regioni, con l’eccezione del Molise e della Sardegna, dove si registra un lieve calo. Le province italiane nelle quali si trova il maggior numero di studenti stranieri sono, nell’ordine, Milano (19.166) e Roma (11.863), seguite da Torino (7.640), Brescia, Vicenza, Treviso, Verona, Bologna, Firenze e Modena. Le cittadinanze più rappresentate nelle scuole delle singole province sono piuttosto varie. A Milano prevalgono gli studenti provenienti dalle Filippine (9,65%), a Roma quelli provenienti dalla Romania (14,42%); a Torino, Brescia, Bologna, Verona e Bergamo gli alunni stranieri più numerosi provengono dal Marocco; a Perugia sono invece originari dell’Albania, a Vicenza della ex-Jugoslavia, a Firenze della Cina. Milano e Roma sono anche le città nelle quali è rappresentato, nelle scuole, il maggior numero di cittadinanze straniere (rispettivamente 154 e 149); in queste due metropoli la percentuale di alunni provenienti dalla comunità più numerosa non risulta infatti molto lontana da quella delle altre cittadinanze rappresentate. Ciò accade invece in altre province: a Bari, ad esempio, il 62,35% degli alunni stranieri proviene dall’Albania; a Siena il 39,58% sempre dall’Albania; a Genova il 37,15% dall’Ecuador. La diversificazione delle cittadinanze risulta comunque alta in quasi tutte le province ed il numero delle comunità rappresentate è molto elevato. Ad ulteriore conferma della tendenza, da parte degli immigrati, a scegliere spesso le province come luogo di residenza, la tabella 15 mostra la classifica delle città che ospitano alunni stranieri, stilata in base alla percentuale delle presenze. Al primo posto risulta Prato (6,53%), seguita da Reggio Emilia (6,12%) e da Mantova (5,91). Un importante indicatore dell’integrazione degli alunni stranieri nelle scuole italiane è costituito dal successo scolastico.
La percentuale di studenti con cittadinanza non italiana promossi su 100 scrutinati alle scuole elementari e medie nell’anno 2000/2001, confrontata con la percentuale relativa agli studenti italiani, risulta più bassa. Alle elementari la differenza tra promossi italiani e stranieri è abbastanza lieve: il 98,93% dei primi contro il 96,64% dei secondi. Il divario è invece più profondo alle medie inferiori: i promossi italiani sono il 96,07%, quelli stranieri sono l’88,42%. Il percorso scolastico dei ragazzi stranieri risulta effettivamente molto più discontinuo di quello dei compagni italiani e più esposto al rischio di dispersione: il 30% circa cambia scuola almeno una volta, il 60% è in ritardo nel curriculum (contro solo il 7,8% degli italiani). Il gap linguistico e culturale incide infatti sulla carriera scolastica, in modo più grave negli ordini superiori di scuola; se a ciò si aggiunge una scarsa motivazione (anche da parte della famiglia) e condizioni di vita difficili, l’abbandono e l’insuccesso divengono più probabili. Un’indagine, svolta dall’Eurispes nell’ultimo trimestre del 2002 su un ampio campione di studenti adolescenti, ha inteso indagare l’atteggiamento dei ragazzi verso gli stranieri. I risultati testimoniano la vasta diffusione di opinioni negative nei confronti degli immigrati: secondo il 22,3% degli intervistati rappresentano un pericolo (soprattutto per i ragazzi del Nord-Est); per il 16,7% tolgono il lavoro agli italiani (convinzione radicata in particolare al Sud). Non mancano comunque i giudizi positivi (meno numerosi di quelli negativi): il 20,2% del campione afferma che gli stranieri ci fanno conoscere stili di vita differente e l’11,2% che sono un arricchimento per la nostra cultura. Per un 20,5%, infine, gli stranieri sono come gli italiani. Per quanto riguarda il sentimento provato nei confronti degli stranieri, il 26,2% dei soggetti indica l’indifferenza (più frequente da parte dei maschi), il 18,6% la diffidenza, il 15,1% la curiosità; seguono la solidarietà (più diffusa nelle femmine), la paura e, ultime, la fiducia e la pietà. Agli intervistati è stato anche chiesto se nella loro scuola si verificano discriminazioni razziali. Oltre il 24% dei soggetti ha affermato che le discriminazioni si verificano; la percentuale risulta più alta della media al Centro (30,9%) e più bas
sa nelle Isole (13,3%).