da La Repubblica del 21 dicembre 2000

Friuli, mozione polista

"L'Islam è un pericolo"

Voto a maggioranza. L'Ulivo: roba da Inquisizione

di MAURO MANZIN - TRIESTE -

Nell'aula del consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia ieri si parlava di bilancio. Ma, appena conclusa la protesta dei sindaci che chiedono più fondi ai Comuni, ecco che, tra un emendamento e l'altro, dall'emiciclo dei consiglieri spunta un ordine del giorno dall'oggetto solo in apparenza innocuo. "Convegno di studi sulle chiese cristiane d'Oriente e di Occidente", recita l'intestazione. Le opposizioni di centrosinistra, con in testa il verde Mario Puiatti, partono all'attacco. Nel documento - a firma dei capigruppo della Lega, Narduzzi, di Forza Italia, Faro, e di An, Ciriani - si vuole impegnare la giunta (di centrodestra con l'appoggio della Lega) ad affidare sull'argomento una serie di approfondimenti all'Associazione Mitteleuropa. Ma sono le motivazioni che innescano le proteste dell'aula. Dopo aver rilevato l'attualità dei rapporti socioculturali e religiosi legati al fenomeno dell'immigrazione, nel documento si fa notare infatti "che l'ingresso massiccio in Italia di cittadini di religione musulmana pone, al di là di ogni strumentalizzazione di sorta, oggettivi problemi d'integrazione e rapporti con la cultura liberale e cristiana, patrimonio inestimabile della nostra civiltà". Poi i tre firmatari citano le recenti esternazioni sul tema da parte del cardinale di Bologna Biffi, parlano della "questione dell'islamizzazione" e tirano in ballo la "compatibilità tra culture e religioni che hanno concezioni totalmente diverse dai diritti individuali, di pensiero e di espressione, nonché dei rapporti nell'ambito della famiglia". Il presidente della giunta Roberto Antonione (Forza Italia), però non fa proprio l'ordine del giorno. "Non me la sento - replica - a causa del contenuto religioso del documento". E rimette lo stesso al voto dell'aula. Che lo approva con 22 voti favorevoli, 17 contrari e 2 astenuti. Infuriato il verde Puiatti associa la casa della libertà alla Santa Inquisizione quando condannava al rogo gli eretici e liquida l'ordine del giorno come un'istigazione "alla lotta contro l'Islam". Più pacati i toni del portavoce della comunità islamica di Trieste, Sergio Ujcich. "Se il convegno proposto sarà affidato all'Associazione Mitteleuropa - afferma - è doveroso ricordare che proprio sotto l'impero austroungarico di Francesco Giuseppe gli islamici a Trieste avevano una loro moschea nel centralissimo giardino pubblico e che la politica della Hofburg era improntata alla massima tolleranza religiosa".